Washington (USA) – Le accuse di EFF nei confronti di AT&T , denunciata per violazione della privacy , si arricchiscono della testimonianza di un ex dipendente del grande carrier statunitense, accusato di aver collaborato illegalmente coi servizi segreti americani ed aver tenuto sotto controllo centinaia di migliaia di cittadini.
Stando alle dichiarazioni dei portavoce di EFF, il tecnico informatico Mark Klein avrebbe infatti alcuni documenti compromettenti che proverebbero la colpevolezza di AT&T. L’operatore telefonico avrebbe utilizzato un complesso apparato di spionaggio installato direttamente sulle infrastrutture di telecomunicazione digitale, in modo da poter sorvegliare chiamate vocali, trasferimenti di file e messaggi di posta elettronica.
La situazione è adesso incandescente , come ricordano gli avvocati di EFF: “Con queste prove possiamo dimostrare che NSA “, l’ intelligence federale degli Stati Uniti, “ha spiato milioni di utenti grazie alla collaborazione di AT&T, che ha permesso agli agenti di utilizzare liberamente il proprio network”.
Gli sviluppi dell’operazione di spionaggio ai danni dei cittadini statunitensi, attuata dall’amministrazione Bush in difesa della sicurezza nazionale ed in nome della lotta al terrorismo, rischia adesso di avere conseguenze sull’assetto istituzionale ed economico che ruota attorno al settore delle telecomunicazioni.
Il parere di numerosi esperti statunitensi è che “questo caso pone il governo di fronte ad un bivio”. La legge americana prevede che qualsiasi procedimento legale in grado di compromettere i segreti di stato possa essere insabbiato da parte delle autorità militari e governative. E se un gigante del calibro di AT&T è rimasto coinvolto in un affaire del genere, scoppiato nel cuore della democrazia occidentale, c’è chi scommette che l’amministrazione Bush abbia molto da nascondere .
Tommaso Lombardi