Il colosso della telefonia mobile che deriverebbe dalla paventata fusione tra AT&T e T-Mobile non deve nascere in alcun modo, e per impedirlo Sprint Nextel ha deciso di trascinare in tribunale entrambi i carrier. Ne va della salvaguardia della concorrenza e della qualità del servizio telefonico wireless negli USA, dice Sprint.
Nella causa legale depositata in una corte federale di Washington D.C., Sprint sostiene che l’approvazione dell’acquisizione dal valore di 39 miliardi di dollari porterebbe a un “duopolio” di fatto governato da AT&T e Verizon, una situazione in cui i carrier concorrenti verrebbero messi al muro da politiche anticompetitive e gli utenti soffrirebbero condizioni di mercato svantaggiose.
La forte contrapposizione di Sprint arriva buon ultima in una lunga serie di indagini governative e pareri negativi, visto che nel recente passato si sono pronunciati negativamente sull’acquisizione anche il Dipartimento di Giustizia USA e la Federal Communications Commission .
Ma l’occhio vigile delle commissioni di controllo e i pareri negativi di governo e concorrenza non sembrano spaventare troppo AT&T , che in risposta al contenzioso legale avviato da Sprint sulla presunta “illegalità” dell’acquisizione dice di voler piuttosto continuare sulla strada del miglioramento del servizio telefonico per milioni di clienti, della soluzione del problema dello spettro elettromagnetico in via di esaurimento e dell’estensione della rete “4G” (LTE) ai prossimi 55 milioni di americani – fino a coprire il 97% della popolazione complessiva.
L’acquisizione di T-Mobile porterà all’investimento di miliardi di dollari e alla creazione di “decine di migliaia di posti di lavoro”, fantastica AT&T. Per non parlare della “penale” prevista dall’accordo tra i due carrier, visto che se l’operazione saltasse AT&T sarebbe comunque costretta a pagare 6 miliardi di dollari a T-Mobile.
Alfonso Maruccia