Uno degli attacchi più pesanti ed estesi nella storia degli ospedali statunitensi. Così la stampa d’oltreoceano descrive l’azione del ransomware che nel fine settimana ha colpito le infrastrutture informatiche dell’healthcare dotate della tecnologia fornita da Universal Health Services, presente in oltre 400 location fra territorio americano e resto del mondo (soprattutto UK).
Ransomware colpisce gli ospedali USA con sistemi UHS
Per fortuna l’incidente non ha causato decessi, come invece accaduto qualche settimana fa in Germania, ma in diverse occasioni il personale medico si è visto costretto ad affidarsi a carta e penna per continuare la propria attività. Il comunicato in merito comparso sabato 3 ottobre sul sito ufficiale di UHS fa riferimento in modo generico a un “malware” e a un “cyberattacco” perpetrato a partire dalla giornata del 27 settembre. Ne riportiamo di seguito un estratto in forma tradotta.
I protocolli di sicurezza continuano a rimanere in vigore, le cure sono garantite ai pazienti in tutta sicurezza ed efficacia presso le nostre strutture in tutto il paese.
Accade sempre più spesso che i ransomware rimangano dormienti all’interno delle infrastrutture infettate per poi manifestarsi in tutta la loro violenza durante il fine settimana, proprio nei giorni in cui ci sono meno tecnici presenti e pronti a intervenire. Non è dato a sapere se i malintenzionati abbiano chiesto o meno il pagamento di un riscatto per ripristinare la corretta operatività dei sistemi messi sotto scacco.
Fondata nel 1979 dall’attuale CEO e presidente Alan B. Miller, Unversal Health Services ha sede a King of Prussia, in Pennsylvania. La società fa parte della classifica Fortune 500. Nel 2019 ha generato entrate per 11,37 miliardi di dollari.