Un nuovo protagonista si affaccia oggi sul sempre più affollato ambito dello streaming musicale, ormai di fondamentale importanza per il sostegno dell’industria discografica: si chiama Audius e, sia per le caratteristiche proposte sia per la tecnologia che vi è alla base, non sembra destinato a competere direttamente con colossi del calibro di Spotify, Apple Music o Google Play Musica.
Audius: streaming musicale e blockchain
L’intento è quello di dar vita a un servizio in grado di avere successo laddove SoundCloud ha almeno in parte fallito, facendo leva sulle potenzialità delle blockchain. Audius permette agli artisti di caricare gratuitamente le loro canzoni, strizzando così l’occhio alle realtà indipendenti.
Tra coloro che hanno già colto l’invito anche alcuni nomi celebri come deadmau5, Rezz, 3LAU e The Stafford Brothers. Al momento l’ascolto in streaming dei brani non prevede alcuna spesa, ma a partire dal prossimo anno il servizio prevede di generare introiti mediante la sottoscrizione di abbonamenti o advertising. Il 90% dei proventi finirà poi direttamente nelle tasche dei musicisti.
Il catalogo di Audius non sarà ospitato da un server centralizzato bensì gestito dai nodi di una blockchain basata su protocollo open source così da garantire che i metadati associati ai file rimangano sempre al sicuro, verificabili e non modificabili.
Tutto da dimostrare il successo dell’iniziativa, sia considerando gli altri protagonisti del settore già affermati sia tenendo a mente le difficoltà incontrate lungo il suo percorso da una piattaforma come SoundCloud che, per caratteristiche e business model, sembra essere quella più simile a quanto proposto da Audius.