Dopo le proteste degli utenti e l’esposto della Federconsumatori, l’aumento degli abbonamenti annunciato da DAZN è diventato argomento di discussione anche in Senato. Lorenzo Basso (PD) è il primo firmatario di un’interrogazione con la quale chiede al Governo cosa intenda fare per tutelare i consumatori. Anche il Codacons ha presentato un esposto all’autorità antitrust.
Interrogazione del PD e denuncia del Codacons
Nella premessa dell’interrogazione, rivolta al Ministro delle Imprese e del Made in Italy e firmata da 23 senatori del PD, viene fatto riferimento al post pubblicato sul sito ufficiale, con il quale DAZN ha comunicato l’aumento dell’abbonamento al piano Plus da 539,00 euro/mese a 599,00 euro/mese (pagamento anticipato in unica soluzione).
Viene inoltre citata la legge n. 93 del 14 luglio 2023 e il successivo regolamento di AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) che hanno istituito il ban per i siti che permettono di accedere allo streaming pirata attraverso la nota piattaforma Piracy Shield.
I firmatari sottolineano che la società inglese ha sicuramente ottenuto i maggiori vantaggi dalla cosiddetta legge antipirateria:
Di tali disposizioni ha beneficiato in misura considerevole proprio la piattaforma DAZN, di fatto operante in una situazione prossima al monopolio, garantendo alla società un incremento significativo di nuovi abbonati e il recupero consistente di nuove risorse finanziarie.
Nonostante ciò, DAZN ha aumentato ancora i prezzi degli abbonamenti (il primo ritocco era stato effettuato a gennaio), senza “un effettivo miglioramento del servizio offerto agli utenti“.
Con l’interrogazione si chiede una valutazione al Ministro e un intervento urgente per “favorire il ripristino di condizioni di concorrenza nel settore dei diritti televisivi legati alla trasmissione delle partite di calcio del campionato di serie A“. DAZN avrebbe in pratica adottato una condotta lesiva dei diritti dei consumatori.
Dopo Federconsumatori, anche il Codacons ha presentato un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per presunto abuso di posizione dominante.