Le due maggiori telco australiane, Telstra e Optus, hanno raggiunto un accordo con il Governo in base al quale parteciperanno al piano nazionale da 36 miliardi di dollari australiani (26 miliardi di euro circa) per lo sviluppo delle infrastrutture di connessione di banda larga.
Le due compagnie telefoniche chiuderanno le rispettive infrastrutture, trasferendo i rispettivi clienti all’azienda di stato National Broadband Network Company (NBNC).
Al momento l’Australia collega in banda larga il 60 percento degli edifici, anche se con una velocità media non eccelsa (32,4mbps) a causa delle lunghe distanze tra i vari centri abitati, ma il nuovo piano prevede di collegare il 90 per cento delle case con l’alta velocità, a 100 megabit al secondo .
Le telco stimano che sia più conveniente operare attraverso un’unica entità e guadagnare attraverso i profitti generati dai pagamenti per le disconnessioni delle attuali linee (riscattate da NBNC) e da una fetta dei ricavi totali: Singapore Telecommunications, proprietario di Optus, stima di guadagnare poco meno di 600 milioni di euro, mentre Telstra poco più di 8 miliardi di euro nei 30 anni coperti dall’accordo.
In ogni caso rappresenta un cambiamento epocale per le infrastrutture e il relativo mercato australiano, i cui effetti saranno valutabili solo in seguito alle scelte assunte per la gestione dei contratti, delle linee e delle connessioni.
Claudio Tamburrino