Così come il codice della strada italiano vieta il transito sulle strade ai veicoli con le ruote troppo sporche di fango, in Australia si tenta di trovare un metodo per impedire la navigazione sulle autostrade telematiche di macchine – o meglio computer – sporchi di malware. L’iniziativa, articolata in quattro punti cruciali, sembra riscontrare il favore degli ISP. Purché i costi siano contenuti.
Ad ideare questa sorta di codice di condotta è stata la Internet Industry Association ( IIA ), che ha chiesto ai provider locali di aderire all’iniziativa. In concreto, il codice si compone di quattro punti: nell’ordine, i provider dovranno identificare i computer infetti, contattare i clienti interessati, fornire indicazioni e suggerimenti su come risolvere il problema e, in caso di minaccia elevata, riportare le informazioni ottenute alle autorità competenti.
Per i casi più estremi, quelli per cui non si riuscisse a trovare una soluzione, sarebbe persino prevista la disconnessione dell’utente . Va comunque specificato che al momento si tratta di una proposta e che l’adesione degli ISP non è obbligatoria.
Nonostante ciò, l’idea sembra suscitare un certo interesse, anche se a preoccupare sono i costi dell’intero sistema . Interrogato in materia, l’ISP locale iiNet si è dichiarato “favorevole all’iniziativa, poiché si tratta di un qualcosa che vorremmo fare”. L’unico scoglio sembra essere quello economico: “se ci fossero degli aiuti governativi sarebbe più semplice, al momento si tratta di qualcosa di ipotetico”.
Dopo aver lanciato l’iniziativa, IIA e soci si riuniranno per fare il punto della situazione e procedere con le operazioni. In caso di adesione, il logo dell’agenzia apparirà sull’homepage del provider che ha scelto di collaborare al progetto.
Vincenzo Gentile