Il parlamento australiano ha approvato una legge anti-terrorismo che rafforza notevolmente i poteri dell’agenzia nazionale di sicurezza ASIO .
L’ emendamento numero 1/2014 alla normativa nazionale sulla sicurezza è stato votato in modo bipartisan con 44 voti a favore contro 12.
Esso, in particolare, permetterà alle forze dell’ordine di accedere con un solo mandato ad un numero illimitato di computer connessi ad una rete qualora stia cercando di monitorare un determinato obiettivo.
Questo, in via teorica, potrebbe significare che, essendo Internet una rete, con un solo mandato si potrebbero monitorare tutte le comunicazioni che passano online nel paese: tale prospettiva è stata smentita in sede di dibattito parlamentare, ma ciò non toglie che la nuova legge appare comunque preoccupante.
ASIO, d’altra parte, potrà inoltre copiare, eliminare o modificare i dati relativi ai contenuti monitorati in conseguenza di tale mandato ; potrà inoltre distruggere tali computer ed utilizzare dispositivi di parti terze, non obiettivo del monitoraggio, per accedere al computer bersaglio.
La nuova normativa, inoltre, garantisce agli agenti ASIO l’immunità per alcune responsabilità civili e penali in determinate circostanze e prevede fino a 10 anni di carcere per i giornalisti e le spie che pubblichino materiali riservati .
Contro di essa si sono subito scagliati giornalisti, osservatori locali ed internazionali, tra cui EFF, che ha attaccato il primo ministro australiano Tony Abbot di sfruttare lo spauracchio terroristico per limitare le libertà dei suoi cittadini: d’altronde, oltre ai nuovi poteri per ASIO, l’Australia sta votando altri due emendamenti, uno che prevede l’obbligo di data retention e l’altro che prevede pene severe per i discorsi “a sostegno del terrorismo”.
Claudio Tamburrino