L’Australia non intendeva tollerare l’anonimato in Rete: non da parte di cittadini della rete che si esprimessero nel frangente dei commenti a sfondo politico. A partire dall’inizio dello scorso gennaio, era entrata in vigore una nuova legge a regolare quelle attività di commento online non meglio identificato .
Si trattava di una misura piuttosto drastica: la nuova legge australiana prevedeva multe fino a 1250 dollari locali (quasi 800 euro) per tutti coloro che non avessero indicato online sia il proprio nome per esteso che il proprio codice postale.
Ciò sarebbe dovuto valere in tutto il periodo che precede le imminenti elezioni nella terra degli antipodi. E solo relativamente a blog e comunità di utenti , non a quotidiani e riviste online. Una misura necessaria per il Procuratore Generale dell’Australia del Sud Michael Atkinson, che aveva citato un nome su tutti – tale Aaron Fornarino – come esempio lampante del problema nella Rete australiana.
Quale problema? Aaron Fornarino, nella visione del procuratore aussie , sarebbe stato un personaggio di fantasia , creato appositamente dagli avversari politici del Liberal Party per gettare fango sulla sua figura istituzionale. Fornarino – sempre secondo Atkinson – non avrebbe potuto affatto vivere nella sua stessa zona residenziale, in quanto conosciuta a menadito dal procuratore.
Non proprio. Il quotidiano Adelaidenow ha effettuato un’ampia copertura dell’argomento, trainando i commenti e il conseguente sdegno degli utenti. Si è scoperto che non solo Aaron Fornarino esiste, ma che attualmente vive a 500 metri di distanza dall’ufficio elettorale di Michael Atkinson. E questo ha costretto il procuratore ad ammettere la sua clamorosa svista.
“Da ciò che abbiamo appreso, in particolare attraverso Adelaidenow , la generazione dei blogger crede che la nostra legge sia eccessivamente restrittiva. Ho compreso la loro opinione. Subito dopo le elezioni provvederò ad abrogare questa legge”. Dello stesso avviso, il premier sudaustraliano Mike Rann, che ha confermato via Twitter di non avere intenzione di censurare i commenti degli utenti, anonimi o meno.
Mauro Vecchio