Sarebbe inutile e dannoso il piano del governo australiano per censurare i siti Internet pericolosi. È quanto sostenuto da GetUp! , l’organizzazione australiana non profit che si occupa di dare voce ai cittadini.
Il piano di filtraggio della Rete ideato dal ministro delle Comunicazioni Stephen Conroy prevede l’applicazione di alcuni filtri in grado di proteggere da contenuti ritenuti illegali, dalla pornografia e anche dal gioco d’azzardo. Secondo GetUp!, però, invece di costituire una reale tutela per i navigatori australiani, tali misure comporterebbero una limitazione della libertà , non essendo ben chiaro quali siano i siti che incorreranno in questa sanzione.
In base a quanto riportato nel documento pubblicato da GetUp!, la decisione del governo si potrebbe rivelare un facile strumento di censura nelle mani del potere politico. Inoltre, se anche fossero usati solo per proteggere da contenuti realmente pericolosi, i filtri sarebbero facilmente aggirabili , così da rivelarsi ulteriormente inutili.
Alcuni dati appena diffusi peggiorano la “reputazione” dei filtri. Secondo l’Autorità per le comunicazioni australiana, solo il 22 per cento dei genitori di bambini tra i 12 e i 14 anni troverebbe difficile controllare l’uso dei PC fatto dai figli. Un modo per dire che la maggior parte dei genitori australiani non avrebbe bisogno di un aiuto governativo per proteggere i bambini da contenuti pericolosi.
E proprio a proposito del ruolo dei genitori, il ministro ombra australiano Nick Minchin si era già schierato contro i provvedimenti. Secondo Minchin , infatti, il governo starebbe mettendo in discussione la capacità degli adulti di controllo e protezione dei minori.
Stephen Conroy si è appena aggiudicato il premio come “Il mascalzone della Rete dell’anno” e nelle motivazioni addotte dall’ associazione dei provider britannici, organizzatori del premio, ci sarebbe proprio la decisione di introdurre i filtri. A proposito di ciò, il Ministro avrebbe replicato che lo scopo dei filtri sarebbe quello di bloccare materiale già illegale e non di censurare alcuna istanza politica.
Federica Ricca