Australia, proposta legge anti-crittografia nei messaggi Web

Australia, proposta legge anti-crittografia nei messaggi Web

La nuova legge metterebbe a repentaglio la sicurezza dei sistemi di crittografia di ogni provider intenzionato a fare business in Australia. No comment di Apple, Facebook dichiara preoccupazione
La nuova legge metterebbe a repentaglio la sicurezza dei sistemi di crittografia di ogni provider intenzionato a fare business in Australia. No comment di Apple, Facebook dichiara preoccupazione

Il governo australiano, guidato da Malcolm Turnbull, primo ministro e leader del Partito Liberale d’Australia (il quale, a discapito del nome, ha posizioni conservatrici), è intenzionato a introdurre una legge che imponga l’obbligo per gli Internet Service Provider a collaborare con le forze dell’ordine per decifrare i messaggi inviati tramite Internet e protetti dalla crittografia end-to-end .

malcolm turnbull primo ministro

La legge sarebbe basata sull’ Investigatory Powers Act in vigore nel Regno Unito dal 2016, bollata dall’opinione pubblica con il nome Snoopers’ Charter (letteralmente, “la carta dei ficcanaso”): mentre la legge britannica impone ai provider dei servizi di comunicazione locali di collaborare con le forze dell’ordine nelle operazioni di intercettazione e sorveglianza (senza bisogno di alcun mandato), la legge australiana si prefigge traguardi più ambiziosi poiché, pur con il bisogno di un mandato, imporrebbe agli stessi provider di decifrare messaggi cifrati inviati da sospetti terroristi e criminali.

Questo tipo di operazione è in palese contrasto con le leggi della matematica, a meno che i provider non salvino una copia di tutte le chiavi pubbliche utilizzate dagli utenti: una procedura che, come dichiarato anche da diversi provider, comprometterebbe irrimediabilmente l’efficacia del processo di cifratura per tutti gli utenti.

Nello specifico, un portavoce di Facebook ha dichiarato al Sydney Morning Herald che l’azienda sta già collaborando con le forze dell’ordine attraverso una serie di appositi protocolli , tuttavia indebolire i sistemi di cifratura per loro implicherebbe indebolirli per tutti .

Apple, invece, ha preferito non rilasciare dichiarazioni in merito alla nuova proposta di legge, mantenendo un profilo atto a tutelare la privacy degli utenti, già adottato contro l’FBI per il caso degli attentati terroristici di San Bernardino , avvenuti nel dicembre del 2015. Nei giorni successivi all’attentato, l’azienda si rifiutò di aiutare l’FBI nel decifrare il contenuto di un iPhone 5C appartenuto ad uno dei terroristi ucciso dalle forze dell’ordine. Il caso si chiuse in poche settimane, a seguito del ritiro della richiesta da parte dell’FBI, in quanto l’agenzia riuscì nel suo intento , con la presunta assistenza di hacker professionisti in possesso di una backdoor.

Nonostante i pareri contrari dei provider, il primo ministro australiano Malcolm Turnbull sembra intenzionato a procedere con la legge: ha infatti dichiarato alla stampa che, per quanto lodevoli siano le leggi della matematica, l’unica legge che si applichi in Australia è la legge d’Australia ; un punto di vista in linea con le politiche adottate dal Paese nel corso degli ultimi anni, volte a censurare o limitare contenuti relativi al suicidio, alla violazione del diritto d’autore e alla pornografia.

logo censura australia

Elia Tufarolo

Fonte Immagini: 1 , 2

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Pubblicato il
17 lug 2017
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