La proposta arriva dai vertici della Communications Alliance in terra australiana, associazione che raccoglie provider, operatori della rete, soggetti che operano nell’industria delle telecomunicazioni. Un nuovo schema per la tutela del diritto d’autore su Internet , in parte modellato sui principi di avvertimento graduale già noti in Europa.
Ma lo scudo protettivo ipotizzato dalla Communications Alliance non intende instaurare un regime come quello implementato in Francia con la dottrina Sarkozy. Non sono dunque previste sanzioni estreme come il soffocamento della banda o la disconnessione degli utenti colti con le mani nel P2P .
La responsabilità delle attività di monitoraggio della Rete toccherebbe ai legittimi detentori dei diritti, sulla base di tecnologie testate e approvate dai vari protagonisti in gioco. Le violazioni del copyright verrebbero dunque inoltrate ai singoli provider in un tempo massimo di 14 giorni .
Gli stessi ISP avrebbero altre due settimane per collegare un indirizzo IP al relativo abbonato, a cui verrebbe spedita una prima notifica di violazione del diritto d’autore. Trattasi però di una notifica a scopo educativo, a segnalare all’utente le strade legali per l’acquisto di contenuti online .
Solo ai recidivi – e dopo un periodo di un anno – verrebbero poi inviati altri avvisi, indicando nella fattispecie i vari contenuti scaricati illegalmente. Altre tre notifiche e l’utente verrà informato delle possibili azioni legali da parte di etichette e case di produzione cinematografica.
Il CEO di Communications Alliance John Stanton ha sottolineato come la proposta possa davvero portare ad una significativa riduzione nel fenomeno pirateria. Allo stesso tempo rispettando i diritti fondamentali dei netizen in terra australiana. Lo schema potrebbe divenire operativo per 18 mesi in una fase sperimentale .
Mauro Vecchio