È vero, oggi la coppia non ha più profili pubblici su Facebook, forse li hanno resi privati o forse li han cancellati, ed è anche vero che gli avvocati che sono alle loro calcagna non riescono ad entrare in contatto, né per email né con altri strumenti. Eppure suscita sorpresa e ilarità in mezzo mondo la decisione di un importante tribunale di consentire ai legali di effettuare notifiche ufficiali tramite Facebook.
La vicenda è presto detta: due coniugi sono nel mirino degli avvocati di una società di recupero crediti in quanto debitori di una quota consistente di un prestito richiesto per ripianare un mutuo. E i legali da lungo tempo stanno cercando di notificare alla coppia le ingiunzioni di pagamento convalidate dalle autorità giudiziarie, notifiche essenziali a far scattare altri meccanismi legali, come il pignoramento di beni e via dicendo.
Non riuscendo ad arrivare ai due, gli avvocati di Canberra si sono rivolti alla Corte Suprema del Territorio della capitale australiana, Corte che, in una decisione fin qui senza precedenti , ha dichiarato che quelle notifiche possono essere considerate valide anche se consegnate su Facebook, dove la coppia ha mantenuto per un certo periodo quei due profili.
Per spingere i giudici a questa decisione, gli avvocati del recupero crediti hanno spiegato di essere certi che quei profili corrispondevano alla coppia. Vi erano infatti riportati dati personali, come la data e il luogo di nascita, ed erano collegati come “friends”, tutti elementi che a loro dire non davano adito a dubbi.
L’unica “cautela” espressa dai giudici è che i documenti in questione fossero notificati, oltreché su Facebook, anche all’ultimo indirizzo email e a all’ultimo indirizzo fisico noto dei due.