Una proposta che farà discutere, per le sue implicazioni nello sviluppo delle principali piattaforme di storage sulla nuvola. Una tassa sui gigabyte offerti da servizi digitali come Dropbox e SkyDrive, una versione in the cloud dell’equo compenso pagato dai consumatori sui supporti fisici .
In Austria, i vertici di IG Autoren – organizzazione che raccoglie e tutela i vari detentori dei diritti – non sembrano soddisfatti dell’obolo a carico dei consumatori all’acquisto di CD o DVD vergini. I servizi di file hosting dovrebbero prevedere l’equo compenso per le copie private .
“Non vogliamo semplicemente una tassa sugli hard disk – si legge in un comunicato pubblicato da IG Autoren – Ne vogliamo invece un’altra per il consumo di servizi legati al cloud computing”. In sostanza, piattaforme come Google Drive dovrebbero prevedere una maggiorazione per la sottoscrizione di vari abbonamenti per il file hosting .
Da Apple a Nokia, i colossi high-tech non sembrano affatto gradire una proposta del genere, che andrebbe a raddoppiare i costi per i consumatori e infine a danneggiare il mercato dei servizi digitali. Nella vicina Germania, si paga già una cifra tra i 7 e i 9 euro per rimborsare ex-ante i titolari dei diritti con l’acquisto di un hard disk esterno .
Mauro Vecchio