L’idea non è in realtà del tutto nuova: ne abbiamo scritto su queste pagine già nell’ottobre 2018, citando uno studio condotto in Svezia dalla Chalmers University of Technology e che prevedeva l’utilizzo della fibra di carbonio, materiale con una struttura adatta a immagazzinare la carica. L’obiettivo già allora era quello di trasformare la carrozzeria di un’auto elettrica nella sua batteria.
L’idea di Nanom per l’evoluzione delle auto elettriche
L’anno successivo l’islandese Nanom si è ispirata al concept per produrre Magnea, un’imbarcazione esclusivamente elettrica con una batteria da 500 kWh (per fare un confronto una Tesla arriva a circa 100 kWh) integrata direttamente nello scafo, grazie all’impiego di nanotecnologie in grado di ridurre costi di realizzazione e peso, incrementando al tempo stesso l’efficienza e la longevità rispetto a quanto avviene con le più tradizionali soluzioni basate su celle agli ioni di litio. Ora la stessa azienda afferma di poter applicare lo stesso principio al settore automotive.
In caso di fattibilità, parlare di rivoluzione non sarebbe eccessivo. Le batterie rimangono ad oggi il vero tallone d’Achille di questi veicoli, sia per quanto concerne l’autonomia sia la capacità di mantenere le performance dopo numerosi cicli di carica. Risolvere entrambi i problemi in un colpo solo permetterebbe di compiere un significativo passo in avanti. Farlo riducendo al tempo stesso la spesa per il cliente, ancor di più.
Al momento quella di Nanom è una promessa, almeno per quanto concerne il mercato delle quattro ruote, ma l’aver applicato l’idea con successo al settore nautico (con Magnea) fa ben sperare. I vertici dell’azienda affermano di essere già in fase di trattativa avanzata con una realtà che produce componenti da destinare al mercato e con un automaker di cui però non viene svelato il nome.