Le batterie costituiscono ancora oggi il principale tallone d’Achille delle auto elettriche. La componente che fornisce l’alimentazione per il movimento risulta pesante, costosa e soggetta a un calo delle prestazioni con il passare del tempo. Almeno quest’ultimo problema potrebbe essere risolto dall’innovazione frutto di un progetto portato avanti dai ricercatori della Dalhousie University.
Le batterie delle auto elettriche
Per una Tesla il ciclo vitale dei moduli batteria presenti a bordo arriva indicativamente a 800.000 Km, ma la promessa degli scienziati canadesi è quella di arrivare ben oltre 1 milione di Km, perdendo solo il 10% della capacità dopo 4.000 cicli di carica. Se da un lato è da tenere in considerazione che un automobilista non arriva a coprire una tale distanza con una vettura di proprietà, altrettanto non si può dire per chi ad esempio offre un servizio di trasporto pubblico come gli operatori del ride sharing o del mondo taxi.
Le batterie in questione sono agli ioni di litio (non a stato solido), dunque piuttosto simili a quelle attualmente in circolazione. Cambiano però gli ingredienti che le compongono: la documentazione in merito alla ricerca pubblicata dal Journal of the Electrochemical Society parla di elementi in grafite artificiale e di una struttura migliorata per la nanostruttura dell’ossido di cobalto-nichel-manganese. Accorgimenti che contrastano il decadimento delle performance nel tempo.
Il progetto è stato avviato negli anni scorsi e finanziato proprio dalla già citata Tesla che nei giorni scorsi ha ottenuto un riconoscimento per l’avanzamento tecnologico registrato nel campo delle batterie da destinare alle auto elettriche, grazie alla progettazione di un nuovo modulo del tutto simile a quello descritto dallo staff della Dalhousie University. Con tutta probabilità lo vedremo debuttare sui prossimi veicoli del gruppo, forse già a partire dalla Model Y che farò il suo esordio nell’autunno 2020.