Dopo aver sollevato i veli sul discusso attacco telematico noto come Shady RAT , McAfee continua a muoversi ai confini della tradizionale sicurezza informatica rilasciando un nuovo rapporto, questa volta incentrato sui rischi insiti nella convergenza fra tecnologie digitali e contesto automobilistico.
L’ultimo studio della security enterprise acquisita da Intel mette in guardia dalla sempre più stretta integrazione fra il software e le automobili, i meccanismi di frenaggio automatizzati, la navigazione GPS, i controlli di stabilità elettronici e ogni genere di tecnologia di comunicazione digitale.
Maggiore è la percentuale di software che gira all’interno dei sistemi embedded presenti nelle automobili, avverte McAfee, maggiore è la possibilità che gli hacker e i cyber-criminali prendano di mira le vetture, riuscendo magari a scovare una vulnerabilità e a sfruttarla per compiere ogni genere di misfatto.
I rischi posti dall’interdipendenza sempre più stretta fra software e tecnologia di automotive “tradizionale” sono di quelli da far venire i brividi: McAfee parla di controllo a distanza dell’accensione dei veicolo, tracciamento dei percorsi e delle location visitate dal guidatore, furto di dati personali tramite Bluetooth, manomissione dei sistemi di navigazione , disabilitazione dei sistemi di emergenza.
“Ci sono molti esempi di hack e relative ricerche che dimostrano i potenziali pericoli e l’estensione del rischio a cui è esposto il consumatore – dice il vicepresidente senior di McAfee Stuart McClure – Una cosa è subire un attacco sulle email o su un laptop ma un’auto compromessa potrebbe significare rischi estremi per la sicurezza personale”.
Alfonso Maruccia