Mike Lynch è passato dalle parole ai fatti, denunciando Hewlett-Packard (HP) per aver espresso dichiarazioni calunniose nei suoi confronti e accusando altresì l’azienda di aver mentito agli azionisti in borsa. La questione, infinita, è sempre quella della acquisizione di Autonomy , un’operazione in cui il colosso statunitense ha alla fine bruciato miliardi di dollari inutilmente.
Come co-fondatore di Autonomy, Lynch è stato chiamato direttamente in causa da HP come responsabile della conseguenze dell’acquisizione: la software house britannica avrebbe truccato i conti per far sembrare rosea una situazione finanziaria che rosea non era, ha accusato HP, chiedendo personalmente a Lynch (e al CFO di Autonomy Sushovan Hussain) una compensazione (parziale) dei danni subiti pari a 5 miliardi di dollari.
Lynch si è sempre dichiarato innocente e ha a sua volta accusato HP di aver gestito male, anzi malissimo l’operazione Autonomy, promettendo una causa per calunnie e diffusione di informazioni false alla borsa, che ora si è tramutata in una denuncia vera e propria.
In risposta alla nuova iniziativa di Lynch, HP ha fatto spallucce per il “risibile e disperato tentativo di sviare l’attenzione dalla causa da 5 miliardi di dollari” e l’indagine penale aperta negli USA contro il manager. Questi signori daranno conto delle loro azioni in tribunale, dice HP.
Causa multi-miliardaria a parte, le attenzioni del colosso statunitense sono al momento quasi tutte focalizzate sull’ operazione di scissione già messa in atto da tempo e ora in dirittura d’arrivo: HP Enterprise, la nuova corporation destinata a occuparsi dell’hardware e dei servizi aziendali accanto alla “gemella” dedicata ai business di PC e stampanti (HP Inc.), nascerà ufficialmente il primo novembre ; il due novembre, a ciascun azionista storico verrà assegnata un’azione di HP Enterprise per ogni singola azione HP posseduta.
Alfonso Maruccia