Avast: il 90% dei rischi in azienda arriva via mail

Avast: il 90% dei rischi in azienda arriva via mail

Avast raccomanda attenzione in ambito aziendale, dove le minacce arrivano nel 90% dei casi via mail e l'emergenza sanitaria alza il pericolo.
Avast: il 90% dei rischi in azienda arriva via mail
Avast raccomanda attenzione in ambito aziendale, dove le minacce arrivano nel 90% dei casi via mail e l'emergenza sanitaria alza il pericolo.

L’emergenza sanitaria, generando una molteplicità di situazioni anomale e destabilizzanti, rappresenta una grande opportunità per malintenzionati che intendono approfittare della situazione. Questa situazione è ormai conclamata a più livelli, con un aumento generalizzato degli attacchi che perdura ormai da febbraio. Tuttavia ora la situazione sta mutando perché alla riapertura degli uffici il pericolo si trasferisce direttamente sui sistemi aziendali laddove precedentemente a rischio poteva essere invece un dispositivo “BYOD” adattato ad un improvvisato smart working.

Avast: il 90% degli attacchi arriva via mail

Secondo Avast il problema si sposta ora in azienda, dove a seguito delle riaperture potrebbe accentuarsi quel 90% di rischi che ad oggi si concentrano sul canale email:

I criminali giocano sulle emozioni come la preoccupazione, la paura o l’amore, il tutto aggravato da un tono di urgenza. Per ogni disastro nazionale o internazionale, ci saranno un migliaio di criminali che cercano di sfruttarlo. […] A pochi giorni dall’inizio dell’epidemia in Italia, il 10% di tutte le organizzazioni italiane era stato preso di mira da un’e-mail di phishing che indicava come: “A causa del numero di casi di infezione da coronavirus che sono stati documentati nella tua zona, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha preparato un documento che include tutte le precauzioni necessarie […]. Ti consigliamo vivamente di leggere il documento allegato a questo messaggio

Vecchi sistemi, vecchi rischi, ma nuove argomentazioni che mascherano la truffa riuscendo sempre e comunque a far breccia laddove la barriera informatica non è in grado di identificare il problema ed il senso critico della persona si rivela – puntualmente – fallace. L’anello debole della catena si conferma infatti nel fattore umano e non a caso i problemi si concentrano tra le mail, dove un improvvido click può aprire le porte ad un attacco remoto.

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Pubblicato il
23 mag 2020
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