Chiunque avesse dedicato anni della propria vita a realizzare il suo capolavoro, magari uno scrittore alle prese con un libro che passerà alla storia, non affiderebbe mai i suoi diritti per la creazione di un film mediocre. È questo il ragionamento con cui James Cameron, pluripremiato regista osannato dal pubblico, spiega sul palco dell’E3 tenutosi a Los Angeles la nascita del videogame legato al film per il quale lavora ininterrottamente da oltre quattro anni.
“I videogame che derivano dai film solitamente fanno schifo e io non volevo in alcun modo che qualsiasi cosa associata ad Avatar facesse schifo” è l’emblematica frase con cui Cameron spiega la rivoluzionaria filosofia che ha portato alla realizzazione del film e del videogame. Così come per la pellicola , un progetto vivo nei sogni e nelle aspettative del regista da almeno un decennio e che ha dovuto attendere che la tecnologia fosse matura al punto giusto, anche il videogame ha seguito un percorso insolito, parallelo allo sviluppo della pellicola piuttosto che successivo.
Così come spiega Cameron, lo sviluppo complementare di entrambi i progetti è stato necessario, seppur il videogame non contenga alcun elemento rivelatore della trama del film e possa essere considerato un capitolo a parte. Il team cinematografico ha espressamente richiesto ad Ubisoft, la software house che da due anni e mezzo lavora alla realizzazione del videogame, di potersi interfacciare con gli sviluppatori grafici del titolo, in maniera da poter scambiare idee elementi grafici, nonché strumenti e attrezzature.
“Ad Ubisoft abbiamo dato tutti i dati CG (computer generated) e le nostre informazioni, lasciando loro la libertà di immaginare elementi secondari o addirittura mettendo a disposizione i nostri designer per il videogame” spiega il regista davanti alla platea in religioso silenzio. “È capitato spesso che il team dedicato allo sviluppo videoludico sia venuto da noi a prendere idee e materiali – continua – così come noi abbiamo attinto dalle loro idee per alcuni elementi, come ad esempio le luminescenze”.
Durante l’intervento, riproposto nel video in basso, il regista si lascia sfuggire ulteriori elementi relativi alla trama del film, che sarebbe ambientato su un satellite di un pianeta lontano e vedrebbe contrapposti i NaVi, gli umanoidi del posto, esseri alti quasi quattro metri e dalla pelle blu all’orda di terrestri arrivati sul lontano pianeta sfruttando una nuova tecnologia basata appunto sugli avatar, elementi in grado di essere comandati da remoto dalla vecchia e cara Terra grazie ad un sistema che permette ad ogni singolo soldato di inculcare la propria conoscenza e le proprie sensazioni fisiche all’interno, appunto, dell’avatar sul campo di battaglia. Per certi aspetti l’idea ricorda molto i viaggi tra le reti telefoniche di Matrix, così come ammesso dallo stesso regista prima di ribadire che si tratta pur sempre di qualcosa di diverso.
Tornando al videogame, i giocatori avranno la possibilità di scegliere da che parte stare, avendo a disposizione sia la prospettiva visiva NaVi che quella umana, combattendo a seconda della scelta effettuata gli avatar invasori o i primitivi esseri autoctoni. Secondo Cameron, questa molteplicità delle possibili chiavi di lettura è uno degli elementi cruciali di tutto il progetto, che ruota intorno al “capire e comprendere le cose attraverso gli occhi di altri”.
In attesa dei periodi più freddi dell’anno, tempo in cui il film arriverà nelle sale e il videogame spopolerà fra le console, in rete l’hype continua a mantenersi alle stelle per l’ambizioso progetto del regista grazie anche alla diffusione di alcune immagini del gioco. Da non dimenticare, inoltre la particolarità di Avatar, che sarà girato direttamente in 3D e che per la realizzazione sfrutta delle speciali videocamere che sono costate ben nove anni di lavoro. Per non essere da meno, anche il videogame sarà realizzato con le stesse tecnologie del film, candidandosi ad essere il primo titolo in 3D stereoscopico mai apparso sul mercato.
Vincenzo Gentile