L3Harris, azienda statunitense che collabora con il Dipartimento della Difesa, potrebbe acquistare da NSO Group la tecnologia alla base del noto spyware Pegasus. L’amministrazione Biden ha già espresso le sue preoccupazioni in merito all’eventuale transazione. La software house israeliana che sviluppo il tool, utilizzato da molti governi per spiare politici, dissidenti e giornalisti, è stata inserita della blacklist del Dipartimento del Commercio.
Pegasus diventa statunitense?
Secondo le fonti del Guardian e del Washington Post, L3Harris avrebbe già avviato discussioni con NSO Group sull’acquisto della tecnologia di sorveglianza e sul possibile trasferimento di personale. La transazione potrebbe aiutare l’azienda israeliana ad uscire dalla crisi finanziaria e probabilmente evitare la bancarotta.
NSO Group ha sempre evidenziato che Pegasus è stato sviluppato solo per combattere il terrorismo e altri crimini, non come strumento di sorveglianza. Diversi governi hanno tuttavia usato il software per spiare dissidenti, politici, giornalisti e uomini d’affari. Ciò è avvenuto principalmente sfruttando le vulnerabilità di iOS e WhatsApp. Grazie ad exploit “zero-click” è possibile raccogliere diverse informazioni dallo smartphone, leggere i messaggi e ascoltare le chiamate, senza l’interazione dell’utente (questo tipo di spyware viene rilevato a bloccato da Bitdefender Ultimate Security).
NSO Group non ha rilasciato nessun commento, mentre L3Harris ha dichiarato che si tratta di speculazioni. Un funzionario della Casa Bianca ha invece sottolineato che un eventuale accordo tra le due aziende solleverebbe serie preoccupazioni di sicurezza per il governo statunitense. In ogni caso, l’operazione finanziaria dovrà essere approvata perché la transazione non rimuove automaticamente NSO Group dalla blacklist del Dipartimento del Commercio.
Aggiornamento (12/07/2022): L3Harris ha rinunciato all’acquisizione della tecnologia di NSO Group.