Tutta colpa dell’anno bisestile: le difficoltà incontrate per alcune ore dai sistemi di Windows Azure, la piattaforma cloud di Microsoft, erano dovute a una rara ma prevedibile circostanza che si verifica ogni quattro anni. Ovvero, la comparsa sui calendari del 29 febbraio . Difficoltà che Mary Jo Foley ha praticamente raccontato minuto per minuto su ZDNet .
È stata la stessa BigM ad ammettere il problema: “Alle 17:45 ora del Pacifico del 28 febbraio – recita un post sul blog ufficiale di Azure , a firma di Bill Laing – Microsoft ha rilevato un problema che affligeva i servizi Windows Azure in diverse regioni. Il problema è stato analizzato rapidamente ed è stato attribuito a un bug software. Sebbene le origini effettive siano oggetto di indagine, il problema sembra fosse causato da un calcolo del tempo errato nell’anno bisestile”.
Stando alle comunicazioni Microsoft, il problema sarebbe stato risolto per la maggioranza degli utenti nel corso delle 7 ore successive: “Alle 2:57 del 29 febbraio abbiamo ripristinato i servizi Windows Azure per la maggioranza dei nostri clienti”. Ma soprattutto le zone del Nordamerica e dell’Europa avrebbero registrato ancora qualche disservizio sotto forma di “ridotta funzionalità delle applicazioni” nella giornata di ieri. Il problema non coinvolgerebbe lo storage, ma Redmond ribadisce di essere al lavoro per arginare anche le ultime difficoltà.
Nella giornata del 1 marzo, oggi, i sistemi paiono essere tornati alla sostaniale normalità stando a quanto comunicato dal Dashboard di Azure. In mancanza di un’altra spiegazione, la causa scatenante del disservizio parrebbe proprio essere stato il giorno in più nel mese di febbraio di un anno bisestile : roba da millennium bug , verrebbe da dire, non fosse altro che sono trascorsi parecchi anni dal fatidico anno 2000.
Microsoft, comunque, è in buona compagnia. In passato anche Apple ha avuto il suo da fare con date e cambi di orario, in particolare per quanto riguarda la fine dell’anno e le sveglie impostate su iPhone. Il problema, almeno per quanto riguarda iOS, parrebbe comunque essere ormai stato archiviato.
Luca Annunziata