Quest’anno lungo i corridoi della Defcon si poteva assistere a scene più bizzarre del solito. Persone con al collo etilometri e contatori geiger, piccoli dirigibili spaventati dai rumori o uomini in cerca di ragazze con improvvisati identificatori vocali. Tutto grazie al concorso organizzato ancora una volta con i badget elettronici messi a disposizione dei partecipanti: da hackerare, modificare e migliorare.
“L’obiettivo era far creare alle persone qualcosa di astuto, ingannevole o comunque correlato con il mondo hacker” ha detto Joe Grand, ideatore della competizione. Per i migliori in palio l’ambito Uber badge nero, che concede l’ingresso gratuito alla conferenza per tutta la vita.
Grand non è stato deluso, e i partecipanti si sono scatenati a modificare e a inventare, con a disposizione i mezzi forniti dalla conferenza o qualsiasi componente di cui fossero forniti. I badge elettronici di partenza di quest’anno erano dotati di un microprocessore digital signal controller (DSC) della Freescale Semiconductors, un microfono e una serie di LED colorati che inizialmente erano programmati per illuminarsi e cambiare colore a seconda del livello e della frequenza del rumore ambientale.
Wired ha raccolto una collezione delle più interessanti mod viste in giro. Fra i più appariscenti un piccolo dirigibile alimentato da 3 badge collegati ai motori e programmato per utilizzare i microfoni per rilevare il volume di suono più alto ed allontanarcisi; una “blue box” ed un contatore geiger che invia numeri generati con pulsioni in base alle radiazioni rilevate ad un computer collegato in wireless.
Fra i più divertenti un analizzatore dello spettro vocale che individua le donne e un etilometro collegato ad un animaletto elettronico tipo tamagochi.
A vincere è stato l’hacker conosciuto come “Zoz”, che ha collegato il badge ad un cappello, sulla cui visiera ha installato i led che lampeggiando in un certo modo e che, secondo le sue intenzioni, impedirebbero il riconoscimento facciale delle videocamere.
Claudio Tamburrino