Si chiamerebbe Balkanatolia – almeno secondo chi pensa sia esistito – il continente perduto e esistito ormai 40 milioni di anni fa tra l’Asia e l’Europa sud-occidentale, e sarebbe stato un ponte tra questi due continenti in un momento in cui i livelli del mare si erano abbassati.
La teoria fa capolino all’interno di uno studio pubblicato dal Centro Nazionale Francese per la Ricerca Scientifica (Cnrs) sulla rivista Earth-Science Review. Fabio Speranza, direttore della sezione Roma 2 dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha detto subito che si tratta di “un’ipotesi molto traballante, che nessun geofisico approverebbe”.
La Balkanatolia avrebbe fatto da ponte tra Asia e Europa
I ricercatori, guidati da Alexis Licht, hanno preso in considerazione quella che è stata definita come una delle grandi estinzioni, la Grande Coupure, dove molti animali tipici dell’Europa occidentale scomparvero con l’arrivo di nuovi mammiferi dall’Asia.
Riesaminando le informazioni, i risultati ottenuti hanno evidenziato che un arcipelago della Balkanatolia potrebbe aver ricongiunto il continente consentendo ai mammiferi provenienti dal Est di colonizzare i nuovi territori. Fabio Speranza ha spiegato come la teoria non sia logica, soprattutto parlando della possibilità di un continente fermo:
La parte debole dello studio è quella relativa all’ipotetico continente. I continenti sono le parti stabili delle placche terrestri. L’area di cui si parla nello studio è in realtà la zona di sutura tra Africa ed Eurasia, cioè la catena alpina che parte dalla catena del Rif in Marocco, corre lungo il Nord Africa, attraversa l’Italia da sud a nord e prosegue poi nella penisola balcanica e oltre. Anche mettere insieme Balcani e Turchia denota poca esperienza nel campo della paleogeografia. L’Anatolia si sta spostando verso la Grecia di circa 5 centimetri l’anno e questo movimento dura da almeno 20 milioni di anni, quindi nell’epoca di cui si parla si trovava in realtà molto più a Est.