Quando si tratta di venire a capo della presunta “formula magica” del successo di Google, ognuno tende a dare la propria versione dei fatti e a fornire un’analisi diversa. Per il top manager di Microsoft, che da anni identifica nel Googleplex il principale avversario commerciale online e oltre, quella “magia” in realtà non esiste e tutto si riduce a una questione di tempistiche azzeccate .
Parlando in occasione della SMX West Conference che si è tenuta in California nei giorni scorsi, il CEO di Microsoft Steve Ballmer è andato dritto al punto: “La prima cosa che porta beneficio a Google nel search è il fatto che lo abbiano fatto bene per primi – dice Ballmer – Arrivare per primi è importante”.
Cultura corporate all’avanguardia? Sviluppatori software che dedicano il 20 per cento del loro tempo aziendale a progetti personali? Capacità senza precedenti di “vedere” nel futuro di Internet e del (cloud) computing? Ascendenza granitica del “triumvirato” Brin-Schmidt-Page che guida le redini del business? Per il successore di Bill Gates il segreto del successo di Mountain View non risiede in nessuna delle cose che pure sono già state citate innumerevoli volte a giustificazione della posizione dominante di Google nell’economia di Rete.
Si può attribuire il successo di Google a “cose come la cultura aziendale” continua Ballmer, “ma non è mai chiaro che cosa viene prima – la tempestività o la cultura”. Tra Microsoft e Google non ci sarebbe insomma tutta questa differenza di comportamenti e obiettivi che a Mountain View sottolineano ogni volta che ne hanno l’occasione.
E la competizione, anche se è dura da fare contro chi è arrivato per primo creando un mercato (un flusso imponente di advertising intimamente correlato alle ricerche sul web indicizzato dai crawler ), alla fine porterà i suoi frutti grazie a Bing: “Siamo ottimisti sul lungo termine” dice ancora Ballmer, mentre “l’obiettivo immediato è guadagnare pochi punti, un decimo qui, un decimo lì, giusto continuare a lavorare e lavorare”.
Ballmer interviene anche sulla questione antitrust recentemente sollevata dall’Unione Europea nei confronti di Google, una questione su cui Microsoft si è già pronunciata e che vedrà Redmond scendere in campo da protagonista attiva : “Come nel nostro caso – dice il dirigente – molti dei reclami sono venuti dai concorrenti. Non abbiamo mantenuto il silenzio in questo caso, così ci siamo trovati coinvolti”.
Alfonso Maruccia