Redmond (USA) – Negli scorsi anni Steve Ballmer, CEO di Microsoft ,
ha rilasciato moltissime dichiarazioni in merito a Linux e al software libero, utilizzando talvolta definizioni come ” cancro “, ” giocattolo ” e ” clone “. Più di recente Ballmer, e insieme a lui alcuni fra i massimi dirigenti di Microsoft, ha tuttavia compreso che le provocazioni, da sole, non servivano a combattere “la minaccia Linux”: era necessario avviare campagne più ponderate che coinvolgessero grosse aziende e analisti.
La prima mossa è stata quella di lanciare, lo scorso anno, la campagna ” Get The Facts “, sul cui sito dedicato sono disponibili documenti di vario genere che, secondo Microsoft, fornirebbero “la prova” che Windows è migliore di Linux.
Ballmer ha ora rilanciato gli argomenti alla base di tale campagna, fra cui il dibattutissimo TCO (Total Cost of Ownership) in una nota inviata a clienti, partner e dipendenti. Ribadendo quanto affermato in altre occasioni, il massimo dirigente di Microsoft ha detto che Linux è più economico di Windows “solo in apparenza”: secondo lui, infatti, il prezzo della licenza incide solo marginalmente sul cosiddetto TCO, ossia il costo complessivo di possesso di un sistema operativo. A supporto delle proprie affermazioni Ballmer ha citato alcuni studi di Forrester Research, Yankee Group e Meta Group e alcuni altri redatti internamente. Il boss di Microsoft ha inoltre menzionato i nomi di alcuni suoi clienti che, nella migrazione da Linux a Windows, avrebbero tagliato i costi di gestione e possesso fino al 25%.
Il CEO di Microsoft ha anche difeso a spada tratta gli sforzi compiuti sul fronte della sicurezza dalla propria azienda e il livello di sicurezza raggiunto con Windows Server 2003. Ballmer sostiene che Microsoft ha compiuto “eccezionali passi avanti” nel rendere realtà i punti d’intervento previsti dall’iniziativa Trustworthy Computing e, sebbene dichiari che si deve far di più soprattutto per semplificare il processo di gestione e applicazione delle patch, il boss di Microsoft non vuol proprio sentirsi dire che Linux è più sicuro del proprio pargolo, Windows.
“E’ legittimo dire che nessun’altra piattaforma software ha ricevuto investimenti così imponenti in sicurezza, miglioramento dei processi e formazione dei clienti”, ha scritto Ballmer. “Nonostante questo, Linux viene ancora propagandato come una piattaforma più sicura”.
Il CEO di Microsoft ha spiegato che, secondo un’indagine di Forrester, le distribuzioni di Linux sono afflitte da un maggior numero di vulnerabilità – sia in totale, sia considerando solo le più gravi – rispetto a Windows Server 2003. I difensori di Linux criticano tuttavia il metodo utilizzato da certi analisti per conteggiare le falle di Linux: a loro avviso, infatti, non è lecito sommare i bug di tutti i pacchetti software inclusi in una tipica distribuzione di Linux.
Nella giornata di ieri hanno pubblicamente criticato le affermazioni del dirigente di Microsoft alcune note società dell’open source, fra cui Novell e MandrakeSoft , che hanno messo in dubbio l’indipendenza e l’obiettività degli studi citati da Ballmer.
John Hogan, vice-president of strategic marketing di Novell, ha affermato che “non sorprende che nella sua lettera Mr. Ballmer abbia fatto leva solo sui quei pochi argomenti che vanno a favore di Windows”. “Se si prendesse in considerazione un maggior numero di fattori, il quadro che se ne ricaverebbe sarebbe molto più obiettivo, ma disgraziatamente per Microsoft, assai meno favorevole a Windows”.
Cambiando argomento, e parlando dei rischi legali legati all’uso di Linux, Ballmer ha poi affermato che oggi nessun vendor di Linux fornisce ai suoi clienti una protezione completa. “E’ infatti raro – ha detto – che il software open source fornisca ai clienti un qualsiasi tipo di indennizzo”.
Va detto che alcuni fra i più grandi supporter di Linux, quali IBM, HP, Novell e OSDL, nonché la piccola e giovane società Open Source Risk Management (OSRM), offrono ai propri clienti contratti d’indennizzo di diversa natura: è tuttavia vero, però, che nella maggior parte dei casi i vendor stabiliscono un tetto massimo di risarcimento e condizioni per la rivalsa abbastanza restrittive.
Il boss di Microsoft ha invece rircordato che, dallo scorso anno, tutte le licenze a volume fornite dalla propria azienda offrono una protezione illimitata contro eventuali costi legali derivanti dalla violazione, da parte dei software di Microsoft, di brevetti, copyright, marchi di fabbrica e segreti industriali.