“Il tablet non rimpiazzerà il PC, l’ultima ora del personal computer non è ancora venuta: Jobs è in errore e il PC si adatterà ai bisogni degli utenti”. Ne è convinto Steve Ballmer, CEO di Microsoft intervenuto anche lui sul palco della conferenza D8 al cospetto di Walt Mossberg e Kara Swisher.
Non di soli tablet e PC si è però parlato: l’amministratore di BigM ha regalato una parola quasi per ogni prodotto sfornato dalla concorrenza, da Android a iPad, sostenendo che quest’ultimo non sia altro che la nuova forma dell’ormai datato paradigma del PC: l’esatto contrario della rivoluzione annunciata da Steve Jobs.
Ballmer ha ammesso che sul mercato mobile, quello più in crescita, Microsft è piuttosto staccata dalle posizioni di testa : attualmente la posizione occupata nel marketshare è la quinta, con un prodotto, Windows Phone 7, il cui sviluppo è passato sotto il controllo diretto di Ballmer dopo le dimissioni di Robbie Bach.
Il debutto e il conseguente successo di Android ha contribuito ad affossare ancora di più la divisione mobile di Redmond. Sempre più produttori hanno scelto il derivato di Linux distribuito da Google, la quale si è catapultata sul settore tablet e PC con lo sviluppo di Chrome OS. A Mountain View di fatto si sviluppano due diversi sistemi operativi, e proprio su questo frangente si è espresso Ray Ozzie, capo ingegnere di Microsoft seduto accanto a Ballmer, il quale in precedenza aveva ammesso il valore di Android: Ozzie ha aggiunto che a suo parere Google farebbe meglio a concentrare i propri sforzi su un solo sistema operativo. Inoltre è stato spiegato che, secondo la visione di Microsoft, Android sarebbe una “scommessa sul passato” mentre “Chrome rappresenta una scommessa sul futuro”.
Un futuro, quello del cloud computing, dove Ballmer avrebbe potuto dire qualcosa, svelando cosa bolle in pentola al quartier generale di Redmond: non una parola, o quasi, sui progetti e sui prodotti Microsoft. Ozzie e Ballmer hanno parlato praticamente solo della concorrenza, facendo emergere, a detta di alcuni addetti ai lavori, una sostanziale confusione sulle possibili strategie aziendali con cui BigM dovrebbe almeno cercare di rallentare il declino del suo brand.
Giorgio Pontico