Milano – Un rapporto fraterno, pluri-decennale, che però si era andato deteriorando e che alla fine ha pesato nella decisione finale: così Steve Ballmer, un tempo CEO di Microsoft prima dell’era Nadella e oggi proprietario di una squadra di basket NBA, racconta come la sua relazione con Bill Gates abbia segnato nel bene e nel male la sua vita e la sua carriera in Microsoft . Conclusasi a causa di un crescente disaccordo sulla direzione da prendere: investire o non investire nell’hardware?
Il racconto di Ballmer a Bloomberg ripercorre soprattutto gli ultimi anni del suo regno: quelli durante i quali le azioni stentavano in Borsa, gli utili crescevano, ma in cui si assisteva all’ascesa di nuovi formati per i device e nuovi sistemi operativi. Gli anni durante i quali le sue decisioni avrebbero dovuto far compiere a Microsoft un passo avanti che invece solo oggi si sta compiendo. Ballmer ricorda il cosiddetto “effetto Vista”: la debacle di quella versione del sistema operativo finì per condizionare in negativo le performance di tutta l’azienda , sottraendo risorse indispensabili per portare avanti altre iniziative e finendo per indebolire l’azione generale di Big M.
Fu allora che Ballmer maturò il proposito di lanciarsi nell’hardware: la situazione a cui assisteva nel nascente mercato mobile era contraddistinta da una pluralità di piattaforme tecnologiche prive di un filo comune, un software che le unisse e che l’allora CEO di Microsoft pensava di poter creare o comunque pilotare grazie a un intervento diretto nel mercato dei dispositivi. Un po’ quel che è successo con Surface , il cui esordio (Surface RT) non fu però esattamente un successo: anni dopo la situazione è molto differente, e stando al racconto di Ballmer bisogna attribuire a lui il merito di aver insistito con Bill Gates e con il consiglio di amministrazione di Microsoft per lanciarsi in questo settore. La storia ci dice che alla fine è stato Android a svolgere il ruolo che Ballmer aveva pronosticato.
Ballmer ammette anche di aver commesso degli errori: come quando liquidò con una grossa risata la nascita di iPhone , un telefono da centinaia di dollari che secondo la sua opinione dell’epoca non avrebbe venduto granché. Oggi Steve ammette di non aver compreso quanto stava accadendo: la maggior parte degli iPhone si vende attraverso i piani con sussidio degli operatori, abbonamenti che vincolano gli utenti e che abbattono il prezzo di acquisto del terminale, fattore che consente di rendere abbordabile l’acquisto anche dei modelli più potenti. Una mancanza di lungimiranza che è costata tanto alla sua azienda: e Microsoft resta ancora la sua azienda, visto che ne è il primo azionista.
Cos’altro racconta Ballmer? Beh, ovviamente ci sono una serie di considerazioni da fare su Nokia e la sua acquisizione da 9,5 miliardi di dollari : un fallimento col senno di poi, con tutto l’investimento ascritto in bilancio come perdita, migliaia di licenziamenti e i Lumia praticamente scomparsi dai radar. Secondo Ballmer quell’investimento avrebbe potuto fruttare se sfruttato diversamente: la direzione intrapresa da Microsoft sotto la guida di Nadella è stata diversa da quella che avrebbe voluto il suo predecessore, e dunque le cose sono andate come sono andate.
Infine, una parola per Bill Gates: amici da una vita, quasi fratelli nel loro rapporto. E questo ha condizionato il loro rapporto nel bene e nel male, con il momento di rottura fissato nel 2008 quando Gates lasciò il timone proprio a Ballmer e tra i due iniziò un periodo difficile: Bill non si abituava all’idea che ci fosse qualcun altro al comando, Steve non riusciva a gestire Bill , spiega ancora Ballmer, e ciò finì per rovinare quanto tra i due c’era stato per anni. Eppure Ballmer rivendica la sua eredità: da quel momento di rottura nacquero i prodotti che oggi fanno la felicità degli azionisti, come Azure, Office 365 e ancora Surface. Le quotazioni del titolo MSFT a Wall Street testimoniano la bontà della direzione intrapresa.
Luca Annunziata