Il combinato disposto delle regole di isolamento nelle scuole e l’attuale alta incidenza dei contagi, ha portato alcune zone d’Italia verso il corto circuito: si fatica a gestire le molte classi in quarantena e al contempo sussiste il dovere di limitare i focolai che possano esondare nelle famiglie perpetrando la pressione sugli ospedali. La situazione andrà a normalizzarsi soltanto con l’abbassamento della curva pandemica, ma in questa situazione c’è chi sta pagando in modo indebito il prezzo dell’isolamento, ossia i bambini guariti e quelli che hanno già completato il proprio ciclo vaccinale.
Perché sottoporre alla didattica a distanza bambini che hanno una minore probabilità di poter contrarre il virus? Perché non provare a rimodulare i compromessi attuali, cercando un equilibrio migliore con minori sacrifici? Così si sta facendo: il tema è sul tavolo.
DaD: nuove regole per vaccinati e guariti?
Secondo i dati forniti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, oltre 1 milione di bambini ha già avuto la prima dose (quasi uno su tre nella fascia di età 5-11) e oltre 300 mila hanno avuto anche la seconda dose. Sommando quelli pienamente vaccinati e quelli guariti da meno di 6 mesi, si arriva a circa 600 mila bambini, circa il 20% della platea complessiva. Questa porzione, in forte ascesa in virtù dell’aumento di vaccini e guarigioni, sta portando avanti una richiesta: la possibilità di poter continuare la scuola in presenza laddove le classi vanno in quarantena per la scoperta di nuovi contagi.
L’uso di mascherine, il distanziamento e la presenza di anticorpi da vaccino o guarigione sono argini ragionevolmente sufficienti per autorizzare questa richiesta. Le Regioni si son così fatte carico di questo appello e nelle prossime ore il Ministro della Salute andrà a rivalutare la situazione alla luce del contesto attuale e, soprattutto, per valutare questo “premio” per le famiglie che hanno aderito con solerzia alla campagna vaccinale.
La quarantena nelle scuole ha un costo: le famiglie devono seguire i piccoli, assentarsi dal lavoro, attingere al congedo parentale e organizzarsi in emergenza per assistenza e tamponi. Se si tratta di un costo sociale necessario per calmierare la curva dei contagi, al tempo stesso si tratta di un costo che non va sprecato su famiglie nelle quali sono gli anticorpi e le FFP2 a dover fare il loro lavoro di tutela. La ratio è chiara, insomma, ma andrà valutata all’interno della logica generale delle strategie attuali di contenimento della curva pandemica.
Sarà usato il Green Pass?
Anche i bambini possono avere il Green Pass: non sarà loro utile per l’ingresso in alcun dove, essendo esclusi dalle regole con cui è organizzata l’attuale strategia di contenimento dei contagi, ma possono averlo grazie all’Authcode che certifica la somministrazione del vaccino. Il Certificato Verde potrebbe dunque essere utilizzato per l’ingresso a scuola anche nei casi in cui si sia acclarato un focolaio, salvaguardando i piccoli e le relative famiglie e permettendo così di alleggerire il peso sociale che le quarantene stanno imponendo nelle zone con il maggior numero di contagi.
Le misure dovrebbero coinvolgere in particolare le classi delle scuole primarie, dove il corto circuito è deflagrato con maggior incisività. Se ne saprà di più a breve: il tema è sul tavolo della concertazione tra Regioni e ministero.