L’investimento monstre da 68,7 miliardi di dollari messo sul piatto la scorsa settimana da Microsoft per completare l’acquisizione di Activision Blizzard non è certo passato inosservato e non è stato visto da tutti di buon occhio. C’è chi in ambito gaming ha sollevato perplessità relative al futuro della concorrenza con l’ecosistema Sony (PlayStation) e chi, come nel caso della Banca Mondiale, ha criticato l’operazione per ragioni inerenti alle dinamiche che regolano l’economia globale.
Microsoft-Activision: la Banca Mondiale sulla maxi acquisizione
Ne ha parlato David Malpass, numero uno dell’istituzione, prendendo spunto dall’annuncio per sottolineare come si tratti di un’ennesima testimonianza della circolazione non ottimale dei capitali. La sua è una presa di posizione netta nei confronti del modello che sta sempre più concentrando ricchezza e risorse nelle mani di pochi e, in particolare, delle nazioni più sviluppate, a discapito dei paesi in via di sviluppo, in una fase critica anche per le ragioni derivanti dalla crisi sanitaria da COVID-19.
Bisogna chiedersi:
aspetta un attimo, è la migliore allocazione del capitale?Questo va oltre il mercato obbligazionario. Enormi flussi di capitali si stanno direzionando lì. Una porzione molto piccola del mondo in via di sviluppo ha accesso a questo tipo di finanziamenti, mentre la maggior parte delle risorse rimane imbottigliata nei paesi avanzati, in particolare nelle riserve delle banche centrali utilizzati per sostenere gli acquisti di obbligazioni a lungo temine. Per far fronte al flusso dei rifugiati, al problema della malnutrizione e così via, più denaro e crescita devono transitare dai paesi in via di sviluppo.
Malpass auspica dunque che in futuro Microsoft e gli altri grandi gruppi del mondo tech possano scegliere destinare i loro investimenti nei paesi in via di sviluppo, anziché limitarsi a staccare assegni con importi mostruosi al fine di allungare le mani su società già formate e avviate come nel caso di Activision Blizzard.