Roma – L’Internet Banking è ormai una solida realtà in Italia, utilizzato da moltissimi e ormai offerto da pressoché tutti gli istituti di credito, eppure non sempre le cose vanno nel verso giusto. Se ne è reso conto un utente di una non meglio definita “importante banca online” che nei mesi scorsi aveva potuto accedere dal sito web non solo ai propri dati ma anche a quelli di altri clienti dello stesso istituto.
Della vicenda ha informato la Newsletter del Garante per la privacy che ha poi specificato di aver concluso una ispezione sul modus operandi di quella banca per comprendere l’origine del problema e valutare l’effettiva gravità della situazione. “L’intento del Garante attraverso l’ispezione – si legge nella Newsletter – è quello di verificare i sistemi di sicurezza adottati dall’istituto di credito e il loro grado di affidabilità riguardo alla tutela della riservatezza dei dati personali della clientela”.
Stando a quanto affermato dal Garante, l’ispezione è stata decisa dopo l’esame del ricorso del cliente e nella convinzione che quanto accaduto non possa essere sottovalutato , “considerate anche le prospettive di sviluppo del settore dell’e-banking e il coinvolgimento di molti cittadini e operatori”. Il cliente poteva accedere ai conti correnti di altri utenti semplicemente giochicchiando con la URL del proprio browser.
L’ispezione è stata chiusa con il mandato alla banca di provvedere immediatamente all’adozione di nuove e più severe procedure di sicurezza nonché con la comunicazione di tutti i dati all’autorità giudiziaria. La mancata adozione di tutte le misure necessarie configura per la banca un reato ma, come previsto dalla legge, se provvederà a sanare la situazione potrà cavarsela con una sanzione non superiore ai 50mila euro e con la cancellazione del reato.
Ma la Newsletter è servita al Garante anche per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, soprattutto dopo che sui media era apparsa la notizia che la telecamera di una banca rapinata recentemente non aveva ripreso i rapinatori ma soltanto i loro piedi perché era posizionata per rispettare la privacy. Una situazione che non si sposa con i dettami del Garante secondo cui nulla vieta di riprendere il volto di chi si reca in una filiale.
“Al contrario – spiega l’Autorità guidata da Stefano Rodotà – come più volte ribadito dal Garante, la legge n. 675 del 1996 non ostacola affatto l’installazione di telecamere a fini di sicurezza, come dimostra l’elevato numero di sistemi di videosorveglianza attualmente in uso presso banche, esercizi commerciali, enti pubblici, aziende, semplici privati. Ciò risulta chiaro non solo dalla stessa normativa sulla privacy, ma dalle diverse pronunce con le quali l’Autorità Garante ha indicato anche i precisi criteri per contemperare il diritto alla riservatezza delle persone con le esigenze di sicurezza della collettività”.
Nel caso delle banche, cioè, laddove i dati video siano trattati con la dovuta correttezza e sicurezza, l’uso delle telecamere è considerato dal Garante una tutela non solo per la banca ma anche per i suoi clienti.
Intanto l’ABI, l’Associazione delle banche italiane, ha ieri annunciato l’avvio della nuova operazione Conti correnti a confronto . Sul sito Pattichiari.it è stato predisposto un sistema che permette di confrontare i servizi e i prezzi dei conti correnti di molti istituti italiani.