Recentemente è emerso un dato molto interessante durante la conferenza Ftth 2023 di Madrid: secondo l’FTTH Coincil Europe, infatti, l’Italia è il quarto Paese europeo per diffusione della fibra. Tuttavia, l’Osservatorio trimestrale AGCOM evidenzia altre statistiche che, in realtà, continuano a preoccupare i cittadini e gli analisti: l’aumento delle connessioni FTTH non riesce a compensare il decremento generale delle linee, in calo di 90mila unità su base annua.
Calano linee banda larga a fine 2022
I dati riguardanti l’anno tra dicembre 2021 e dicembre 2022 parlano chiaro: le linee dalla velocità pari o superiore a 30 Mbit/s costituiscono oltre l’81% degli abbonamenti in banda larga, mentre il 68% supera i 100 Mbit/s. Le linee FTTC sono aumentate a 3,8 milioni, mentre le FTTH sono arrivate a circa 3,5 milioni di accessi. Crescono anche le linee Fixed Wireless Access o FWA, per un totale di 1,8 milioni.
Le linee in rame, al contempo, sono ridotte di oltre 1,1 milioni. Peccato, però, che gli accessi broadband e ultrabroadband sono nettamente diminuiti dello 0,5%, complice un crollo del 24,7% degli accessi DSL a favore di un aumento del 6,3% per altre tecnologie. Non è chiaro se si tratti di un cambio di connessione che deve ancora avvenire presso certe abitazioni o se è semplicemente diminuito il numero di abbonamenti di rete fissa, magari per spopolamento.
La diffusione della banda larga, come affermato ripetutamente dal Governo e dagli operatori principali nazionali – di cui TIM è il leader grazie a una quota di mercato del 40% -, è cruciale e necessita di una spinta maggiore, ma arriverà? I dati, al momento, restano negativi.