L’eliminazione del divario digitale italiano può, anzi, deve aspettare , “perché il governo ha cambiato l’ordine delle priorità”. Lo ha dichiarato il il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, spiegando che gli 800 milioni di euro promessi dal governo per l’adeguamento della Rete italiana sono stati congelati in attesa che la crisi economica si sia esaurita del tutto.
Letta ha sottolineato che i fondi erano stati promessi prima dell’esplosione del credit crunch : “Abbiamo dovuto riconsiderare le cose per dare la precedenza a questioni come gli ammortizzatori sociali perché – ha proseguito – l’occupazione è la nostra principale preoccupazione”.
Questa cifra sarebbe dovuta essere parte di un fondo totale di 1471 milioni di euro, il minimo indicato dal Rapporto Caio per consentire all’Italia superare il digital divide e mantenere fede alle promesse fatte dal ministro Renato Brunetta poco più di due settimane fa. Anche il viceministro Paolo Romani aveva sottolineato l’importanza di “partire oggi per non perdere il treno della banda larga”.
Servono soldi per mantenere i lavoratori in cassa integrazione, per incentivare le aziende: ciò che preme all’esecutivo italiano è il rilancio dell’economia, per il quale 800 milioni di euro potrebbero rivelarsi utili. Tuttavia è sempre Letta a spiegare che “i fondi stanno lì, non sono stati spesi nè sciupati: una volta usciti dalla crisi si potrà riprendere l’ordine della priorità, e la prima sarà la banda larga”.
Le reazioni sulla blogosfera italiana non si sono fatte attendere, ma nonostante le sollecitazioni di sblocco fatte al convegno “Il futuro dell’economia digitale in Italia”, organizzato da IAB Forum, è stato ancora una volta Letta a ribadire l’impossibilità di utilizzo immediato degli 800 milioni .
Sembra quindi che solo nel 2011 si inizierà a investire seriamente per dare agli utenti italiani un velocità di navigazione tra 2 e 20 mbps. Una banda sì larga, ma non paragonabile a quella che avranno presto a disposizione gli utenti svedesi e finlandesi. In Finlandia si parla di Diritto alla Rete e ci sono progetti per far arrivare 100 mbps in ogni abitazione, mentre dall’altra parte del Golfo di Botnia entro il 2020 almeno il 90 per cento della popolazione navigherà anch’essa a 100 mbps.
Giorgio Pontico