Il viceministro alle comunicazioni Romani ha annunciato l’intenzione “di dar vita ad una società delle infrastrutture per la posa dei cavi doppi e fibra spenta da parte degli operatori. Dopodiché ciascuno giocherà la sua partita”.
Romani è dunque tornato sull’argomento delle infrastrutture TLC, e stavolta si potrebbe parlare di collaborazione per le infrastrutture e concorrenza sui servizi, in contrapposizione al modello di società delle reti e concorrenza infrastrutturale lanciato da Vodafone, Fastweb e Wind.
Di un simile avviso anche Passera di Intesa Sanpaolo: “Bisogna fare squadra e concentrarsi su una sola rete”. Il presidente del gruppo finanziario parla tuttavia anche della necessità del ruolo pubblico : “Ci deve essere un meccanismo di garanzie pubbliche”, indispensabile per lanciare forti investimenti privati nelle infrastrutture italiane.
In particolare, spiega Passera per quanto riguarda la banda larga, Telecom Italia dovrebbe associarsi ai concorrenti minori anziché cercare di finanziare la rete a fibre ottiche da sola: “Dobbiamo concentrare i nostri sforzi in una rete molto moderna ed efficace, perché la concorrenza a questo livello non è il modo migliore possibile per investire il denaro”.
Sulla necessità di spingere le infrastrutte sembra comunque brillare una luce bipartisan , pur rimanendo divergenze circa il come.
Luigi Grillo (Pdl) tira in ballo la possibilità di project financing , cioè la costruzione in collaborazione con privati che ne prendono la gestione. Dividendo, magari, “l’Italia in lotti funzionali”, spiega Grillo. L’idea, insomma, è quella di un bando pubblico finanziato al 90 per cento dai privati e poi da loro gestito per 50 anni.
Sul metodo l’ex Ministro alle telecomunicazioni del Governo Prodi, Paolo Gentiloni, così come la Lega, appoggia invece la proposta Vodafone-Fastweb-Wind, auspicando il cambio di rotta di Telecom . Il Carroccio chiede tuttavia prima un censimento delle reti esistenti euna razionalizzazione dei progetti.
Claudio Tamburrino