Ma chi la vuole la banda larga? Chi? Se lo chiedono in tanti, tutti coloro che le ultime rilevazioni negli Stati Uniti danno come felici per il loro vecchio modem su semplice doppino di rame, beati per poter andare sani e lontani. Una rilevazione che è anche rivelazione, almeno per quelle iniziative come Internet for Everyone pensate appunto per portare l’acqua digitale agli assetati di banda passante. Assetati che, parrebbe, non sono poi così tanti al di là dell’Atlantico.
Su questo indaga un nuovo studio di Pew Internet & American Life Project , secondo cui il vero problema della banda larga made in USA non è tanto la sua scarsa disponibilità complessiva, quanto il fatto che chi già si connette a Internet in dial-up proprio non senta l’esigenza di un’esperienza di rete migliore .
Intervistando telefonicamente un campione di 2.251 cittadini adulti, l’istituto PIALP – che è lo stesso che ha rilevato in passato la cosiddetta superiore consapevolezza tecnologica del popolo statunitense – ha scoperto che, statisticamente parlando, soltanto il 14% degli utenti di dial-up si limitano a questo tipo di connessione perché impossibilitati ad accedere a connettività in broadband.
Nel restante 76% dei dial-up-convinti , il 35% dice di non voler passare a una connettività superiore per via dei costi , il 19% non ha alcuno stimolo o motivazione specifica per fare un upgrade e il restante ha fornito altre ragioni non meglio indicate.
Spingere per l’adozione della banda larga non è dunque solo o soltanto assicurarne la disponibilità, quanto invece l’approntare “un processo che faccia sentire le persone più coinvolte con la società dell’informazione e dimostri loro che vale la pena fare questo investimento in termini di tempo e denaro”, secondo le parole dell’autore dello studio John Horrigan.
Pew ha nondimeno evidenziato che la percentuale di utenza meglio disposta verso la banda larga aumenta nelle aree rurali del paese , dove il 40% dei netizen in dial-up – in confronto all’11% delle aree suburbane e al 3% delle zone di città – sfrutterebbe la broadband qualora questa fosse disponibile.
Un’opinione sulla questione la propone anche Vinton Cerf, decano della Rete e co-inventore del protocollo TCP/IP alla base delle comunicazioni telematiche, secondo cui il disinteresse dipende dalla scarsa consapevolezza degli utenti nei confronti dei vantaggi di una maggiore velocità . “Il mio interesse per la videoconferenza – cita a esempio Cerf – è aumentato drammaticamente quando tutti i membri della famiglia hanno acquistato dei MacBook Pro con cam integrata”.
Nel complesso, secondo le stime di Pew il 55% degli americani adulti è attualmente connesso a Internet in banda larga, contro il 47% rilevato nel 2007. Il 10% dei cittadini è ancora limitato alle connessioni in dial-up, mentre il resto della cittadinanza che non può accedere alla rete è limitato principalmente dalle condizioni economiche.
Alfonso Maruccia