Roma – L’Australia aveva assicurato banda larga per tutti, e banda larga per tutti sarà. Un proposito gonfiato dalla campagna elettorale? Tutt’altro: la banda sarà addirittura più larga di quanto era stato promesso.
Connettività e broad band erano stati oggetto l’anno scorso di negoziazioni e rilanci nel corso della campagna elettorale per le politiche australiane: si era prospettata un’infrastruttura che portasse Internet nel 98 per cento delle case, velocità minima garantita a 12 megabit al secondo , un progetto finanziato dal governo per quasi tre miliardi di euro. “Rivoluzionerà il modo in cui gli australiani vivono” ha annunciato di recente il ministro delle Comunicazioni Stephen Conroy, sicuro del fatto che la promessa si tradurrà in servizio nel giro dei prossimi cinque anni.
Solo una variazione sul tema propagandistico sbandierato in tempi di campagna elettorale: sviluppando un network in fibra in modalità FTTN con tecnologia VDSL l’Australia avrà banda in eccedenza . Nulla a che vedere con le tecnologie di gestione dinamica dello spettro con le quali si sta cimentando il giovane ricercatore dell’Università di Melbourne, che permetterebbero di veicolare dati fino a bitrate di 200 megabit al secondo: gli australiani dovranno accontentarsi di navigare a velocità che sfiorano i 25 megabit al secondo , cento volte più veloci rispetto all’attuale offerta ADSL australiana, più del doppio rispetto a quanto preventivato. Dalla pay TV al monitoraggio dei consumi su contatori online passando per le videochat: “La velocità in eccedenza – ha annunciato il ministro – permetterà alle persone di fruire contemporaneamente delle applicazioni che necessitano di maggior ampiezza di banda”.
Sono però annunci che non sembrano rassicurare l’opposizione: “Disturba profondamente il fatto che il Ministro non sia in grado di chiarire alcunché riguardo alla proposta di portare la fibra nelle sole aree cittadine – ha spiegato Bruce Billson – È altresì chiaro che i contribuenti dovranno cacciare 4,7 miliardi (di dollari australiani, ndr) per qualsiasi cosa questo network sia”. C’è ancora molto da chiarire e il Ministro ha dichiarato di essere disposto a considerare qualsiasi opzione riguardo alle modalità e ai costi per costruire l’infrastruttura: a parere di Billson, è questa una dimostrazione del fatto che la linea del governo potrebbe prendere direzioni inaspettate.
Ma l’opposizione non è il solo fronte dal quale si chiede trasparenza: l’incumbent Telstra sta opponendo il proprio ostruzionismo rifiutandosi di fornire ai provider concorrenti un piano dettagliato della propria infrastruttura, piano sulla base del quale gli ISP possono formulare la propria offerta nell’ambito della concessione degli appalti. Telstra sta esitando nel rilasciare il documento adducendo motivazioni che hanno a che fare con la sicurezza nazionale.
Il Ministro Conroy sembra però fermo nella propria intenzione di rivoluzionare la vita dei cittadini australiani: o Telstra collaborerà nel “massimizzare la tensione competitiva” fornendo il documento a coloro che intendono partecipare all’asta o il governo prenderà provvedimenti .
Gaia Bottà