La firma del Presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale hanno trasformato in legge il decreto legislativo del CdM per le “reti di comunicazione elettronica ad alta velocità”, una normativa che prende atto, nel 2016, di decisioni già fisssate in Europa (Parlamento e Consiglio) nel 2014. Gli operatori esultano, Enel si dice già pronta a cablare le zone più convenienti per i suoi piani industriali.
Il decreto che dovrebbe svecchiare i comportamenti da tartaruga dell’Italia in ambito broadband prevede un abbattimento dei costi delle operazioni di posa, scavo o installazione, meno intoppi burocratici e una serie di facilitazioni per l’accesso alle proprietà pubbliche o private da parte degli operatori di TLC.
Nello sforzo di “facilitare l’installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità”, il decreto promuove l’uso “condiviso” delle infrastrutture fisiche esistenti (leggi la fibra già posata da Telecom e gli altri carrier attivi nel settore) con un dispiegamento più efficiente di nuove fibre, un modo per abbattere i costi e quindi promuovere la diffusione della rete a banda ultralarga. Stabiliti i requisiti minimi per le opere di installazione infrastrutturale, si abbattono i costi derivanti dall’operazione grazie al fatto che le reti ottiche potranno essere tassate solo per l’occupazione di suolo pubblico e si rimuove l’obbligo di registrazione al catasto come opere immobili, afferendo invece invece al catasto delle reti , per cui occorrerà aspettare aprile 2016 anche solo per conoscere le regole tecniche per la sua creazione.
Il decreto promuove poi l’utilizzo di tecniche di scavo innovative a basso impatto ambientale, così da ridurre al minimo la necessità di nuove disposizioni necessarie a bucare questa o quella strada. Anche l’accesso alle infrastrutture preesistenti è stato facilitato, con la riduzione dei casi in cui è possibile negare l’accesso sia da parte degli operatori che dei condomini.
A giudicare dalle prime reazioni a caldo, il decreto del CdM sulla banda ultralarga a mezzo fibra è stato accolto positivamente: Dina Ravera, presidente Asstel parla di una norma attesa da tempo dagli operatori utile a valorizzare gli investimenti e accelerare sullo sviluppo infrastrutturale del paese.
Enel è invece già partita a razzo , annunciando di voler avviare (a maggio) la cablatura con la fibra in occasione dell’installazione di 30 milioni di contatori di nuova generazione nelle aree non a fallimento di mercato (A e B).
Alfonso Maruccia