Roma – In che condizioni si trova l’Italia, dal punto di vista delle telecomunicazioni? A questa domanda si assume l’onere di rispondere il dossier “Un’Italia moderna”, pubblicato ( qui in pdf) pochi giorni fa dal Ministero delle Comunicazioni e presentato in Consiglio dei Ministri. Nel documento, il cui sottotitolo è “Risultati dell’azione di governo”, sono esposte le cifre elaborate dal Centro Studi della Fondazione Ugo Bordoni in relazione al SIC – Sistema Italiano delle Comunicazioni.
Banda larga, radiotelevisione, telefonia mobile, telefonia fissa e consumi sono i principali “capitoli” del rapporto, che evidenzia come il valore complessivo del SIC per il 2004 ammonti a 23,9 miliardi di euro. Si tratta di una stima sul valore del mercato italiano delle comunicazioni, individuato nel paniere introdotto dalla Legge Gasparri, su cui si calcola un “tetto antitrust” del 20%, vincolo che nessun soggetto deve essere in grado di superare. Un calcolo complesso, che il ministero definisce “assolutamente possibile e fattibile”, a cui concorrono le varie voci del sistema TLC.
Il dossier riporta i dati che il Ministero ha stimato per quanto riguarda i risultati conseguiti sulla diffusione della banda larga, della tv digitale terrestre e della telefonia mobile di terza generazione (reti UMTS).
Per quanto riguarda gli accessi alla larga banda su rete fissa, sono indicati alcuni valori assoluti, come la crescita del 48,94% tra il 2004 e il 2005, con un numero di accessi passato dai 4,7 milioni del dicembre 2004 ai 7 milioni stimati per dicembre 2005. La distribuzione delle tecnologie utilizzate da questi utenti vede al primo posto l’ADSL (93,7%), seguita da fibra (3,6%) e satellite (2,6%). Non si fa alcun cenno alla copertura raggiunta dalla banda larga in Italia.
Si conosce però quella stimata per la tv digitale terrestre, che nel 2005 avrebbe raggiunto il 75% della popolazione. La quota di famiglie-utenti di tv digitale sarebbe pari al 32% delle famiglie, ma la voce “tv digitale” include tutte le tecnologie di diffusione (terrestre + satellitare + su fibra) e va perciò “frazionata”: solo il 15,5% ha un abbonamento satellitare, e la diffusione dei decoder per il digitale terrestre arriva al 16%. Per quanto riguarda la telefonia mobile, nel 2005 gli utenti delle reti UMTS raggiungono quota 8,5 milioni, registrando un aumento del 205% rispetto all’anno precedente.
Come detto sopra, i dati sulla situazione della copertura della banda larga nella nostra penisola brillano per la loro assenza. Una lacuna che balza all’occhio dei molti soggetti interessati, principalmente per il fatto di essere tuttora effettivamente esclusi da una risorsa importante come la connettività ad internet veloce, e che non vedono l’ora di vederne realizzate le promesse di una diffusione capillare. Speranze, auspicabilmente non vane, alimentate anche in questi giorni da quanto riferito dal Ministro per l’innovazione e le Tecnologie Stanca che, commentando i dati dei Paesi OCSE sulla diffusione della banda larga (144 milioni di abbonati a settembre 2005, una stima di 155 milioni agli inizi del 2006), ha affermato che la corsa verso l’Internet veloce vede l’Italia in prima linea, “con un tasso di incremento della banda larga tra i più alti dell’Unione europea”.
Dario Bonacina