New York (USA) – Tutto il mondo è paese? Negli USA, proprio come in Italia, non mancano i provider che per guadagnare quote di mercato promettono prestazioni per la propria banda larga lontane dalla realtà, invitando i potenziali clienti a sottoscrivere contratti privi di vere garanzie di “velocità”.
Per questo l’Autorità TLC locale, la Commissione federale sulle Comunicazioni ha deciso di vederci chiaro, andando a valutare quali siano le prestazioni effettivamente offerte e come queste vengano pubblicizzate.
I funzionari del Garante hanno dichiarato che si intende considerare responsabili i provider per ogni eventuale “rappresentazione falsa o ingannevole” delle prestazioni dei servizi a banda larga. Una questione che secondo la FCC riguarda almeno 65 milioni di americani.
Non mancano i problemi: proprio come accade in Italia, molti provider promuovono i propri servizi come “in grado di arrivare” a certe velocità, nei fatti non garantendo nulla al cliente, che talvolta si ritrova con una qualità di connessione decisamente scadente e ben lontana dalle attese. Si tratta quindi di capire se, e in che modo, può essere imposta la trasparenza sul concetto di “banda garantita”, che solo alcuni contratti e fornitori offrono, ma che spesso è un dato del tutto trascurato nelle pubblicità e nell’informazione data al pubblico.
Non c’è dubbio che i risultati a cui arriverà la FCC statunitense saranno attentamente valutati anche al di fuori dei confini USA.