Il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) ha approvato l’ accordo di partenariato sulla programmazione dei fondi strutturali e di investimento europei per il 2014-2020 : si tratta del documento da presentare a Bruxelles che rappresenta la strategia entro cui inscrivere la gestione dei fondi europei affidati all’Italia.
Quella dei fondi strutturali è una questione fondamentale caratterizzata da molti tecnicismi: innanzitutto l’Europa spinge ad una elevata organizzazione in quanto chiede un cofinanziamento nazionale ed il rispetto di un meccanismo ciclico di gestione e monitoraggio che lega controlli concreti all’effettivo sblocco dei fondi (meccanismi utili ad evitare gli sprechi ), dall’altro gli amministratori italiani non sempre si sono dimostrati all’altezza del compito, finendo per non riuscire a interfacciarsi con la burocrazia europea e perdere i fondi a disposizione.
A marzo la Commissione UE aveva sollevato 351 rilievi al testo italiano per la spesa dei fondi europei 2014-2020 destinati a banda larga e digitalizzazione della PA: a non piacere, in particolare, l’assenza di una regia nazionale, nonché una generale indeterminatezza sulle motivazioni, gli obiettivi e le tempistiche delle azioni a favore dello sviluppo della banda larga e la mancata considerazione delle “competenze informatiche come competenze chiave per migliorare l’occupazione nonostante la loro importanza nell’attuale contesto economico”.
Quest’ultimo punto sembra cambiato alla radice: il Documento di economia e finanza ( DEF ) 2014 presentato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi e dal Ministro dell’Economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan contiene per la prima volta un ampio riferimento alla banda larga e banda ultralarga.
Secondo quanto si legge nel programma, in particolare, le infrastrutture immateriali a banda larga e soprattutto a banda ultralarga devono essere garantite a tutti i cittadini, pertanto la mano pubblica, sussidiaria all’intervento del mercato, è imprescindibile: certo manca una chiara indicazione dei fondi predisposti a tale scopo (a parte 639 milioni di fondi strutturali europei), ma già che se ne faccia un ampio riconoscimento appare un passo avanti.
Claudio Tamburrino