Milano – Come si fa a portare la banda larga in Italia dove ancora non c’è? Le tecnologie wireless, alternative alla connettività su rete fissa, si sono moltiplicate, dal broad band su rete mobile al WiFi, fino al neonato (almeno nel Belpaese) WiMax. Ma sono tutte soluzioni con limiti di copertura, spesa, tecnologia, tutti problemi che la connettività satellitare potrebbe almeno parzialmente superare. Lo spera Fastweb, che intende espandersi sulle parabole pur di raggiungere potenziali utenti, gente che non ha ancora potuto scegliere se accedere o meno al suo network.
L’azienda ha infatti siglato un accordo con Eutelsat Communications attraverso la società controllata Skylogic . Una partnership industriale per aggiungere il satellite al peso specifico della connettività made in Fastweb che – dice l’operatore – “sarà in grado di commercializzare il servizio dati anche nelle aree che rappresentano circa il 6% del territorio nazionale, oggi non raggiunte da nessun operatore in banda larga, contribuendo così al superamento del digital divide infrastrutturale in Italia”.
L’idea è insomma quella di prendere il mercat(in)o di Alice SAT, il servizio satellitare di Telecom Italia oggi dismesso dalle offerte commerciali e basato sui servizi monodirezionali della fu NetSystem, aggiungerci un po’ di tecnologia e flessibilità e competere con servizi come quelli di ASTRA2Connect distribuito da Digitaria.
Fastweb baserà tutto sul servizio Tooway fornito da Eutelsat su tecnologia ViaSat . Si tratta di una soluzione bidirezionale , che non richiede collegamenti aggiuntivi su linea telefonica, che si appoggia ad un gateway italiano: “Il servizio di accesso a banda larga verrà fornito attraverso il teleporto SkyPark di Skylogic situato a Torino – spiega l’operatore a Punto Informatico – mentre Fastweb definirà in piena autonomia la strategia commerciale, la politica tariffaria e svilupperà in modo indipendente tutti i servizi a valore aggiunto”. L’utente finale, analogamente ad altre soluzioni satellitari, dovrà collegare il proprio computer al modem, che a sua volta dovrà essere connesso alla parabola esterna utilizzando i due cavi (uno per la ricezione e uno per la trasmissione).
La velocità massima ottenibile oggi con questa soluzione è di 2 Mbps in downlink e 384 kbps in uplink e attualmente il servizio satellitare utilizza frequenze in banda Ka del satellite HOT BIRD 6. Quali saranno i costi del servizio? Al momento Fastweb non ha ancora approntato l’offerta, ma la proposta di un’azienda come OpenSky , che già propone il servizio di connettività Tooway, ha un tariffario che parte da 35,90 euro al mese. Certamente la nuova offerta che Fastweb distribuirà in partnership con Eutelsat rappresenta un salto di qualità rispetto all’alternativa di utilizzare un modem a 56k su linea analogica, ma ancora poco rispetto alla “banda superlarga” che si sta facendo strada in Italia a suon di promesse di download da decine di megabit, buoni per scaricare file corposissimi e vedere su Internet la TV in alta definizione.
Tuttavia, le prospettive a medio termine sono molto più promettenti, come ha spiegato a Punto Informatico l’ing. Stefano Agnelli , Direttore Business Development, Istituzioni e PA di Skylogic e Head of Value-Added Services Development di Eutelsat. “Le peculiarità dell’offerta, oggetto di questo accordo con Fastweb, sono tre” ha dichiarato Agnelli, che ha precisato: “Innanzitutto l’utilizzo della capacità in banda Ka sul satellite, che non ha il livello di saturazione raggiunto dalla banda Ku (utilizzata per il broadcast televisivo via satellite, ndr) e consente una considerevole riduzione dei costi sul transfer rate e una crescita del servizio compatibile con i numeri tipici dell’utenza domestica. Altro elemento favorevole è la tecnologia: il servizio si basa sul sistema a banda larga bidirezionale SurfBeam DOCSIS di ViaSat, una piattaforma consolidata già utilizzata dal provider americano WildBlue Communications per servire oltre 400mila utenti negli USA”. Il terzo aspetto di questo accordo è la prospettiva di ottenere – a medio termine – lo sviluppo di un’offerta più performante: “Nel 2010 verrà lanciato il satellite Ka-Sat, che è stato progettato per essere completamente dedicato alla connettività Internet – ha aggiunto Agnelli – e che consentirà di proporre nuove soluzioni di connettività, con bitrate più elevato. Si potranno quindi avere offerte con velocità di punta di almeno 10 Mbps in download e almeno 1 Mbps in upload”. Il satellite sarà provvisto di oltre 80 fasci satellitari (Eutelsat lo descrive come “il satellite multifascia più avanzato mai progettato prima al mondo”) e sarà supportato da una rete di otto stazioni che permetterà di accedere al satellite e di fornire l’intera gamma di servizi a banda larga verso gli utenti finali.
In quest’ottica Fastweb arriverà, anche per quanto riguarda la sua nuova piattaforma satellitare, a formulare un’offerta triple-play per servizi voce-dati-video. Inoltre, grazie ad un posizionamento del satellite uguale a quello utilizzato da Eutelsat per la trasmissione dei canali televisivi e radiofonici, avrà la possibilità di integrare la propria offerta con le attuali soluzioni di entertainment veicolate dall’operatore satellitare. Ma la prospettiva offerta dal supporto del satellite Ka-Sat, completamente Internet-oriented , sarà dunque anche quella di un’offerta che – oltre ad essere più performante – potrà essere molto più competitiva e allettante per l’utenza, giungendo ad un concreto allineamento (sia tecnologico che economico) con le soluzioni ADSL oggi disponibili sul mercato nelle aree urbane.
Perché il satellite e non, chessò, il WiMax? Lo dice uno studio di Bankitalia, La banda larga in Italia , secondo cui non è il WiMax la panacea: “Analizzandone in dettaglio le caratteristiche teoriche e le effettive potenzialità – si legge nello studio – almeno per le frequenze nella banda dei 3.5GHz, oggetto dell’asta in Italia e negli altri paesi UE, si giunge alla conclusione che WiMAX presenta gravi limiti di capacità e di trasmissione del segnale, che si accrescono quando si passa dai centri urbani alle zone rurali”.
Chissà che davvero la soluzione al digital divide italiano non si trovi in cielo… l’esempio di Fastweb, in caso di successo, potrebbe essere seguito da altri operatori pronti a staccare il cordone ombelicale che li lega all’offerta wholesale dell’incumbent Telecom Italia.
Dario Bonacina