La dichiarazione dei giorni scorsi con cui il sottosegretario Gianni Letta ha congelato gli 800 milioni destinati alla sviluppo della banda larga ha acceso polemiche in Rete e voci contrastanti anche all’interno del Governo.
Il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola ha ribadito la necessità
del “doveroso sblocco dei fondi per alcune iniziative sulle quali è stato raggiunto un accordo ma per le quali non sono ancora state attivate le risorse”: fra di essi gli 800 milioni annunciati per colmare il digital divide italiano.
Il Ministro ha chiesto al premier Berlusconi di “accelerare al massimo sulla banda larga”, progetto che tra l’altro “permetterebbe di dare risposta anticiclica a molte crisi in atto”: creerebbe 50mila posti di lavoro e permetterebbe di aprire 33mila cantieri con un impatto positivo sul PIL pari a 0,2 punti percentuali.
Non è stata l’unica voce all’interno della maggioranza. L’urgenza è stata avvertita anche dal ministro per la Gioventù, Giorgia Meloni: “Non condanniamo l’Italia di domani a un nuovo ritardo infrastrutturale”. Anche il deputato Luca Barbareschi ha criticato , nel corso di un’intervista televisiva al programma Glob, la scelta del Governo che condannerebbe l’Italia all’arretratezza.
La Coldiretti nel frattempo aveva affermato che per lo sviluppo della banda larga nelle aree rurali sarebbero già disponibili anche 90 milioni di euro nell’ambito dei piani sviluppo rurale regionale cofinanziati dalla UE.
Meno allarmista il viceministro alle Comunicazioni Paolo Romani che minimizza tutta la vicenda: “la realizzazione del piano anti digital divide è già partita e va avanti, 264 milioni sono già in pancia a Infratel per vecchie dotazioni; a questi vanno aggiunti 160 milioni per fondi comunitari per la diffusione della banda larga nelle aree rurali. E poi ci sono i protocolli che stiamo stipulando con le regioni”. Per un totale già attribuito di “quasi 500 milioni dei 1.461 previsti dal piano”. Soldi tra l’altro già impegnati dal momento che la società creata appositamente, Infratel, “sta facendo le gare e sono già partiti gli scavi per le strade”.
Il ministro Renato Brunetta ha invece negato il blocco di Letta, confermando alla trasmissione radiofonica Il Brunetta della domenica : “Le risorse sono state semplicemente congelate perché, come ha spiegato il sottosegretario Gianni Letta, bisogna definire la tempistica, il quadro delle risorse necessarie per la fase finale della crisi”. E ha promesso che “il prossimo CIPE conterrà anche le risorse per la banda larga” e che “quest’anno si avvierà la macchina degli investimenti, gli 800 milioni che servono perché dal 2010 si possa superare il digital divide”.
Tuttavia sembrerebbe che il CIPE non sia stato affatto investito della questione in modo ufficiale, visto che agli atti non risulta sia stato toccato l’argomento se non nel dicembre 2007 e che l’ultima riunione sia stata solo l’occasione in cui il ministro Scajola avrebbe passato la richiesta di riavviare l’analisi sui fondi destinati alla banda larga. D’altronde la dichiarazione di Letta risale al 4 novembre, due giorni prima dell’ultima riunione del CIPE avvenuta. Eventualità questa che getta dubbi su quale sia l’iter da seguire affinché questi fondi siano scongelati.
Claudio Tamburrino