La decisione finale del governo italiano (tramite Cassa Depositi e Prestiti) di concedere Metroweb in sposa a Enel sembra aver dato un bello scossone al mercato della banda ultralarga dello Stivale, un settore in cui i vecchi monopolisti vogliono continuare a contare parecchio. TIM non si dà pace e annuncia una joint-venture pensata per diffondere le connessioni FTTH in decine di città.
L’acquisizione di Metroweb, prima di tutto, è un fatto oramai acclarato con l’ approvazione definitiva da parte del consiglio di amministrazione di Enel : Enel OpEn Fiber e Metroweb Italia diverranno una cosa sola , una realtà che avrà l’obiettivo di portare le connessioni in fibra ottica “ad altissima velocità” in circa 9,5 milioni di case entro il 2021.
Il piano industriale aggiornato prevede un aumento degli investimenti dai precedenti 2,5 miliardi di euro agli attuali 3,7 miliardi , mentre per quanto riguarda il controllo della nuova realtà se lo dovranno spartire Enel e la Cassa Depositi e Prestiti attraverso il gruppo Cdp Equity .
La fusione EOEF-Metroweb rappresenta un passo decisivo nella realizzazione dell’infrastruttura NGN per il Paese, ha dichiarato l’amministratore delegato di Enel Francesco Starace, in un piano di cablaggio che allarga il perimetro interessato arrivando a 250 città contro le 224 indicate in precedenza; i primi lavori di posa inizieranno nel secondo trimestre del 2017 e interesseranno le città di Bari, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Napoli, Padova, Palermo, Perugia e Venezia.
Telecom Italia/TIM ha dovuto ingoiare il boccone amaro della fusione Enel-Metroweb ma non sta a guardare, annunciando a propria volta una joint-venture con Fastweb “co-partecipata” con quote rispettivamente dell’80 per cento e del 20 per centp, un’iniziativa che dovrà “accendere” 3 milioni di nuove connessioni FTTH (fiber-to-the-home) entro il 2020 partendo dalle 29 principali città in cui è già disponibile la connettività FTTC (fiber-to-the-cable).
La joint-venture Flash Fiber potrà contare su un investimento complessivo di 1,2 miliardi di euro, e dovrebbe dare il via a ulteriori collaborazioni tra le due aziende (TIM e Fastweb) con l’utilizzo competitivo della succitata connettività FTTC.
Dopo decenni di immobilismo e un’azienda incumbent (SIP/Telecom/Telecom Italia/TIM) che è stata sempre trattata da “poltronificio” da parte di una politica imbelle, la nuova smania di cablaggio per la rete di nuova generazione sembra aver smosso le acque con conseguenze – anche sul fronte della concorrenza – ancora tutte da valutare.
Qualcosa si muove anche sul fronte degli investimenti nelle “aree bianche”, vale a dire quelle zone del paese dove le aziende private non hanno interesse a investire i propri capitali e richiedono quindi l’intervento diretto dello stato: i nomi che hanno partecipato ai bandi per la qualifica alla gara d’appalto includono i soliti noti (Enel Open Fiber, Fastweb, Metroweb, TIM, Estra, E-Via), mentre i cinque lotti interessati riguardano le regioni Abruzzo, Molise, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto.
Alfonso Maruccia