Roma – Un milione di SIM ha già smesso di funzionare in Bangladesh. Un milione di utenti guarda lo schermo inerte del telefonino: la loro SIM è stata disattivata dal proprio operatore, era stata acquistata senza aver effettuato le procedure di registrazione in vigore da un anno.
Gli abitanti del Bangladesh non guadagnano che pochi dollari al mese ma sono 48 milioni i cittadini che hanno sottoscritto abbonamenti ai servizi di telefonia mobile: consentono di spezzare l’isolamento delle comunità rurali, sono uno sprone in grado di innescare circuiti economici virtuosi e sono spesso visti come il primo passo per colmare il divario economico che si cela dietro al divario digitale.
Ma le SIM senza proprietario verranno inesorabilmente disattivate : sono quelle vendute prima del febbraio 2006, quando gli operatori non erano tenuti a raccogliere i dati dei propri utenti , a identificarli prima di dotarli della scheda. I problemi con le utenze telefoniche si sono moltiplicati negli ultimi anni, spiegano le istituzioni: sono aumentati gli innocui scherzi telefonici, ma anche i tentativi di estorsione, e il telefonino, a maggior ragione se non può ricondurre ad alcun proprietario, è uno strumento imprescindibile per ordire le trame di un crimine. La autorità locali hanno più volte esteso i termini di scadenza, ma ora non si può più transigere: ogni SIM deve essere personale, ogni numero deve corrispondere ad un utente, identificabile e rintracciabile.
È così che gli operatori mobili attivi nel paese, Grameen Phone in primis con i suoi 18 milioni di utenti, hanno allestito dei punti di raccolta per consentire ai cittadini di effettuare la registrazione che non era stata chiesta loro anni or sono. Molti degli operatori, temendo che i cittadini non fossero abbastanza informati e responsabili per imbarcarsi nella procedura, hanno messo in campo degli incentivi: Grameen Phone ha offerto minuti di telefonata gratuiti a coloro che avessero pazientemente affrontato la fila e avessero comunicato i propri dati agli addetti pronti ad aggiornare i registri.
Se gli operatori si sono dichiarati soddisfatti dal riscontro ottenuto dai cittadini, c’è chi, armato di buona volontà, non è riuscito a completare la procedura, incolonnato insieme a centinaia di concittadini l’ultimo giorno utile per il censimento delle vecchie SIM.
Ma anche il percorso di coloro che abbiano affrontato per tempo la registrazione non si è rivelato scevro di ostacoli . Dal centro rurale in cui vive, il cittadino ha dovuto raggiungere la cittadina più vicina, per trovare una delegazione dell’operatore con cui è abbonato. Una volta raggiunta la sede, i cittadini si sono spesso scontrati con la necessità di possedere un documento d’identità , indispensabile per mettersi in regola con la propria SIM. Le procedure inoltre, segnalano gli utenti del Bangladesh, sono inspiegabilmente lunghe, complesse e invasive : è necessario fornire la propria impronta digitale, confermare il proprio numero telefonico inviando un SMS. Molti degli utenti, inoltre, si sono dovuti scontrare con tre pagine di documenti da compilare , in bangla e in inglese: una procedura improponibile per i cittadini analfabeti che volessero mettersi in regola per colmare il divario digitale che li affligge.
Dalle prime stime è emerso che sono circa un milione le SIM che hanno smesso di funzionare. Stime che non intaccano le incoraggianti previsioni per l’espansione del mercato nel prossimo futuro: entro il 2011 in Bangladesh si raggiungeranno i 70 milioni di abbonati.
Gaia Bottà
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