Cambia il modo di progettare l’ online advertising : la nuova mossa di VideoEgg introduce AdFrames Brand Response Network , un modo diverso di concepire la pubblicità online che sposta la retribuzione dal tipico cost per impression alla valutazione di come la clientela risponde al messaggio pubblicitario.
Il nuovo modello ideato dall’azienda considera la pubblicità “fruita” solo nel momento in cui l’utente vi interagisce : “L’ impegno non inizia finché un utente non ci passa sopra il mouse. L’AdFrame si espande in overlay solo dopo tre secondi, per esser certi che l’utente non ci stia sopra per caso”, si legge su Mashable .
A quel punto, spiega il sito di VideoEgg, la creatività del brand diventa a pieno schermo e viene visualizzata sovrapponendosi al frame iniziale. Può quindi partire anche un vero e proprio filmato, di qualità elevata e con la possibilità di ascoltare anche l’audio.
La domanda sorge spontanea: quanto costa? Lo ha spiegato a Techcrunch Troy Young , chief marketing officer di VideoEgg. Secondo Young, questo metodo è un investimento migliore per gli inserzionisti, in quanto pagano solo a fronte di un riscontro verificabile da parte dell’utenza.
I publisher, pur non percependo alcun corrispettivo per impression , possono guadagnare comunque molto: rispetto ad una tariffa, ad esempio, di circa 10 dollari per mille esposizioni, i nuovi metodi, che hanno un rate di fruizione tra lo 0,5 e il 9 per cento, genererebbero profitti comparabili a un CPM compreso tra 2,5 e ben oltre 10 dollari.
Inoltre – sostiene Young – gli inserzionisti sono molto più disposti ad investire in questo nuovo modello, perché produrrebbe un contatto più produttivo con i potenziali clienti.
Microsoft ha già abbracciato l’idea e un esempio della sua pubblicità, stilata secondo il nuovo modello, può essere vista qui , come pure numerosi esempi di funzionamento sono presenti sulla Home Page del sito di VideoEgg. YouTube e simili, neanche a dirlo, sembrano fatti apposta per usarlo.
Dunque, nuovo lavoro, nuova filosofia e nuovi metodi per le agenzie creative, che dovranno rapidamente adeguare le proprie proposte alle richieste dei rispettivi clienti: il nuovo business, a quanto si legge, genera cifre piuttosto elevate.
Marco Valerio Principato