New York (USA) – Niente da fare. L’e-book, il libro digitale, su cui tanto hanno puntato grandi nomi del business del libro e dell’elettronica, non decolla: davvero pochi sono i lettori di libri digitali e pochi coloro che posseggono un lettore di e-book. Non abbastanza, dunque, per investire nel settore.
A dichiarare la sconfitta, almeno temporanea, dell’e-book è nientemeno che Barnes & Noble, uno dei massimi editori americani e soprattutto grande catena di distribuzione in tutto il paese. L’azienda, che dispone di un ricco sito di vendita , sta togliendo tutti gli e-book dai propri cataloghi.
“Le vendite non sono affatto cresciute come invece noi e tanti altri speravamo, – ha dichiarato uno dei manager dello shop internet dell’editore – in più gli utenti non hanno accolto questa tecnologia e non c’è una diffusa adozione di player per e-book”.
Il problema però, secondo alcuni osservatori specializzati, sta più che altro nella lenta crescita del settore. Le vendite di e-book nella prima metà del 2002 negli States hanno portato un volume d’affari di 3,8 milioni di dollari secondo l’ Open eBook Forum , contro i 5 milioni di dollari registrati nello stesso periodo di quest’anno. Una crescita che fa sì sperare per il futuro ma che, per il momento, non giustifica da parte dei grandi nomi gli sforzi e gli investimenti profusi per sostenerla.
Non è un caso, vista la fragilità del comparto, che un editore di grande rilievo come Random House , che investe in e-book, dopo aver appreso la decisione di Barnes & Nobles, si sia invece affrettato a dichiarare che il proprio impegno verso il libro digitale “non subirà alcun cambiamento”. C’è chi si chiede se basterà.
Sull’argomento, un commento tra i tanti è quello pubblicato sul suo blog da Gino Roncaglia :
“Personalmente, resto convinto dell’ineluttabilità del progressivo passaggio in ambiente digitale di molte forme di testualità attualmente legate al mondo del libro su carta, anche per quanto riguarda la lettura da parte dell’utente finale. Ma la strada da percorrere è senz’altro ancora lunga. E per tanti motivi questo non è necessariamente un bene; fermo restando che la cosa migliore è portare i giovani in libreria, preferirei comunque che le giovani generazioni, abituate alla lettura in ambiente elettronico, trovassero in quell’ambiente anche un modo comodo e funzionale per leggere libri: non vorrei che si abituassero a leggere solo pagine web…”