Barnes&Noble ha accusato il Department of Justice statunitense (DoJ) di intervenire in maniera deleteria sul mercato degli ebook.
Le autorità a stelle e strisce si sono interessate agli accordi che hanno portato in particolare 6 editori a passare dal modello dei prezzi wholesale proposto da Amazon al modello di agenzia di Apple, che lascia agli editori la possibilità di stabilire il prezzo al pubblico, riservandosi il 30 per cento di questo.
Secondo B&N l’accordo su cui stanno lavorando ora le autorità con le parti coinvolte cela diversi rischi, tanto che il risultato dell’azione istituzionale potrebbe creare più problemi che soluzioni, arrivando anche a provocare una situazione di rialzo dei prezzi peggiore di quella per cui le autorità hanno ritenuto necessario intervenire.
Il DoJ ha proposto un accordo in base al quale cessano di esistere i rapporti attuali e “per due anni è limitata la possibilità per le parti di sottoscriverne di nuovi che abbiano come oggetto il blocco o la proibizione di sconti o altri tipi di promozione atti a favorire la vendita di ebook da parte di editori e distributori”.
Tuttavia, secondo B&N , tale cambiamento di rotta darebbe la possibilità ai grandi attori come Amazon di adottare una strategia dei prezzi detta predatoria : atta cioè a stabilire prezzi effettivamente sottocosto, in modo tale da tagliare fuori dal mercato i concorrenti minori, come appunto potrebbe essere B&N. Questa situazione, a parere di Barnes&Noble, farebbe logicamente abbassare i prezzi nel breve periodo, ma a lungo andare creerebbe le basi per una situazione di scarsa competizione e un nuovo (maggiore) aumento dei prezzi per gli utenti.
Claudio Tamburrino