Barnes&Nobles ha annunciato che le vendite del suo ereader Nook sono state “non meno che spettacolari”.
D’altronde si parla di un più 42 per cento rispetto allo scorso anno per il suo settore digitale (arrivando – secondo B&N – a quota 20 per cento del market share degli ebook) con le vendite complessive salite del 21 per cento (per un totale di 1,4 miliardi di dollari). Con una tendenza al miglioramento anche di settimana in settimana, con gli utenti che in nove mesi hanno aumentato la loro spesa su Nook Store in media del 20 per cento.
Gli altri settore della casa editrice, invece, rappresentano una delusione per B&N: le vendite in-store sono calate del 2 per cento (arrivando a un miliardo di dollari) e la trimestrale si è chiusa con bilanci complessivamente inferiori alle aspettative e con un meno 1,02 dollari ad azione (per una perdita netta di 63 milioni di dollari).
Ironico che il CEO della casa editrice che ha nel digitale l’unico settore che permette di sorridere affermi di non sapere (e non aver tempo di scoprire) come funzioni un e-reader, preferendogli ancora il cartaceo. D’altra parte i suoi investimenti confermano quanto la sua azienda creda negli ebook, tanto che sembrano destinati a diventare il nuovo core business della catena.
Nel frattempo, tuttavia, la concorrenza è agguerrita: il nuovo modello di Kindle sembra già aver prosciugato le prevendite, lasciando agli altri clienti intenzionati a ordinarlo l’unica opzione di mettersi in coda.
E per fortuna dei concorrenti l’accordo di esclusiva che l’agente letterario Andrew Wylie aveva raggiunto con Amazon (che si era aggiudicata così preziosi classici nella loro distribuzione digitale) è stato limitato e la maggior parte dei titoli inizialmente compresi (si parla di 13 su 20) vengono così liberati a favore delle altre case editrici digitali.
In controtendenza, invece, rispetto ad un mercato che sembra in rampa di lancio, Plastic Logic conferma di voler rinunciare a Que: l’e-reader considerato ideale per la lettura di giornali e riviste sarebbe stato il primo a subire il colpo di iPad. E allo stesso tempo Samsung Electronics ha deciso di interrompere lo sviluppo di schermi e-paper (che per la verità aveva finora prodotto solo in un prototipo) per “motivi di costo”.
Claudio Tamburrino