Intervistata da Kara Swisher sul palco della conferenza D: All Things Digital , Carol Bartz tiene fede alla sua fama di dirigente decisionista e senza peli sulla lingua parlando e discutendo di tutto, dai primi approcci di Jerry Yang alla riorganizzazione degli assetti aziendali passando per le differenze sostanziali con Google , i rapporti con Microsoft, i licenziamenti e la fuga di cervelli che poi finiscono a lavorare per la concorrenza.
Tra una parolaccia a commento del precedente impiego presso Autodesk (un’azienda “un po’ più tradizionale” rispetto a un portale web) e l’ammissione di portare avanti uno stile di management “duro ma leale”, Bartz segna le distanze dalla gestione sottotono Yang e comincia col definire quello che secondo lei è Yahoo! oggi: “il posto dove gli utenti trovano informazioni contestuali rilevanti riguardo le cose a cui più sono interessati”.
I netizen visitano una media di 85 siti al mese, dice Bartz, ma la maggior parte del tempo la spendono solo su uno o due tra le decine sfogliate quotidianamente. E secondo Bartz molto di questo tempo gli utenti lo passano su Yahoo! e i suoi servizi , perché la navigazione “può cominciare da Facebook” ma poi sui portali di social networking non si trova quello di cui si vuole, notizie, intrattenimento e tutto il resto. Yahoo!, al contrario degli altri siti web che godono di alti livelli di popolarità, è un portale di contenuti alla cui base c’è una grande infrastruttura tecnologica necessaria alla distribuzione e fruizione dei suddetti contenuti.
Incalzata dalle domande dell’intervistatrice, Bartz rievoca il modo in cui è entrata nel gruppo dirigente di Yahoo!, gli inviti di Yang e la richiesta a quest’ultimo di tracciare uno schema dell’organizzazione aziendale farsi un’idea più precisa. Yang ha allora cominciato a “tracciare frecce dappertutto. Sembrava un cartoon di Dilbert”: a quel punto la dirigente ha compreso la necessità per Yahoo! di adottare una maggiore strutturazione e, visto che la cosa le riusciva piuttosto bene, ha deciso di assumere l’incarico di CEO.
In questi mesi Bartz ha effettivamente messo le mani un po’ dappertutto nell’azienda, licenziando dipendenti e quadri e paventandone la divisione in due distinti tronconi . E parlando di ristrutturazioni, Barz dice che dopo i licenziamenti sin qui effettuati non ve ne saranno di ulteriori perché ormai “abbiamo le persone giuste al posto giusto”. Ora il grosso del lavoro da fare consiste nell’ instillare innovazione tecnologica nei servizi di Yahoo! , una cosa che al momento risulta frustrante vista la complessità della suddetta tecnologia. “Ci sono 33 diverse basi di codice per la sola homepage di Yahoo!” dice Bartz.
Dopo aver trattato le questioni riguardanti specificamente Yahoo!, che secondo il suo CEO a livello economico sta facendo bene (cioè è “sotto del 13 per cento”) anche considerando la crisi mondiale, il focus si sposta ovviamente sul tema prediletto dal gossip tecnologico di questi mesi, vale a dire la possibile partnership (accordo, vendita o quel che è) con l’ex-nemico Microsoft precedentemente allontanato da uno Yang apparentemente recalcitrante a qualsiasi compromesso.
Barz risponde (ancora una volta) schiettamente dicendo che “se c’è il coinvolgimento di un grosso carico di soldi e la giusta tecnologia, sicuramente faremmo un accordo”. Yahoo! è disposto a vendere il business della ricerca online posto che Redmond paghi il giusto per esso, Sunnyvale potrebbe vendere l’intera baracca per una “enorme quantità di denaro” e riguardo i presunti, chiacchieratissimi colloqui in corso tra le due corporation, Bartz si limita a dire che ci sono ma al momento sono di basso profilo .
Qualunque sia il ruolo di Microsoft nel futuro di Yahoo!, Bartz conferma che la sua azienda non rinuncia a guardare in avanti verso gli orizzonti più interessanti, una maggiore integrazione con il social networking, i contenuti video e il relativo advertising contestuale cresciuto enormemente in questi anni. Alla domanda sulla presunta “perdita di cervelli pensanti” e talenti innovativi dalle parti di Sunnyvale, Bartz concede che “alcuni impiegati hanno perso la fede” nella visione aziendale ma che nonostante tutto c’è ancora chi ha “idee intelligenti” e ama lavorare per Yahoo!.
Riguardo la posizione di Yahoo! nei confronti di Google, infine, secondo Barz sarebbe un po’ come confrontare mele e arance . “Siamo due società completamente differenti” sostiene il dirigente, loro “sono bravi nella ricerca e a fare mappe”, ma la homepage di Yahoo! è un approdo sicuro per chi vuole informarsi e non semplicemente cercare qualcosa online. Yahoo! offre un’esperienza integrata rispetto a Google, e anche se lo strapotere di quest’ultimo nella ricerca web è innegabile Bartz dice che vuole far crescere la sua azienda oltre il 20 per cento di market share che detiene attualmente.
Alfonso Maruccia