La corsa sui nanotubi si fa serrata: a seguire il MIT che mesi fa ha annunciato (e brevettato) una batteria costituita di nanotubi in carbonio in grado di non perdere energia col passare del tempo, o ad alte temperature, e il Technion Institute of Technology di Haifa che sta lavorando ad un accumulatore ecologico, è ora Stanford a cercare nuove vie per le pile.
I ricercatori dell’Università statunitense hanno sperimentato l’utilizzo di batterie di carta e inchiostro : carta immersa in una soluzione contenente litio e elettrodi che interagisce chimicamente con l'”inchiostro” costituito da nanotubi di carbonio e nanowire d’argento.
Idee simili si erano già viste, ma l’approccio tenuto dai ricercatori di Stanford ha privilegiato il ruolo della carta: soluzione che permetterebbe di ridurre notevolmente sia le dimensioni che il costo degli accumulatori di energia così sviluppati, aprendo a infinite possibilità di evoluzione.
Claudio Tamburrino